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Eimerico di Campo, maestro di arti e teologia, attivo a Colonia e Lovanio fra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del XV secolo, è autore di numerose opere filosofiche e teologiche, la cui rilevanza teorica e storica è stata messa in luce da studiosi come Meersseman, Colomer, Korolec, Cavigioli, Kaluza, Imbach e Hoenen, che hanno soprattutto richiamato l'attenzione sulla sua ripresa di motivi albertisti e lulliani, nonché sui suoi rapporti, personali e intellettuali, con Cusano.
Se si eccettua un fondamentale contributo di Imbach, relativamente poco studiata resta però una delle più singolari opere di Eimerico : il Centheologicon che, in 101 capitoli dedicati ciascuno a una diversa forma di teologia, presenta i molteplici modi di conoscere Dio. L'opera è rilevante non solo per la storia della teologia, ma anche per la storia della filosofia tardo medievale : oltre a presentarvi la teologia divina (conoscenza perfetta che Dio ha di se stesso) e angelica, Eimerico analizza innumerevoli forme di teologia umana, soffermandosi da un lato sulle teologie ‘naturali' proposte dalle varie scuole filosofiche antiche, dall'altro sulla teologia ignoranter docta, coniecturaliter unitrina e geometrica di Cusano.
Del Centheologicon, conservato da un unico manoscritto (Bibliothèque Royale de Bruxelles, ms. 11571-75, ff. 1va-74vb), è stato pubblicato sinora soltanto qualche capitolo. Il presente lavoro costituisce la prima edizione completa del testo, che compare dopo diversi anni di revisioni e di studio dovuti alla complessità sintattica e lessicale del latino dell'autore, oltre che alla sorprendente pluralità di fonti, nella maggior parte dei casi non dichiarate, da ricercare.