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Se l'ambivalenza si definisce come il carattere di ciò che si presenta sotto due aspetti diversi, non necessariamente ambigui o contraddittori, siamo di fronte all'elemento maggiormente dinamico delle narrative contemporanee. L'ambivalenza - nelle storie narrate ma anche nelle vite - è la compresenza di diverse possibilità, l'una magari preminente ma con l'altra/le altre sempre in campo. Partendo dall'analisi di alcuni testi di Elena Ferrante, Goliarda Sapienza e Julie Otzuka, i saggi contenuti in questo volume mettono in luce la molteplicità interiore e la spesso irrisolta relazione con la propria fisicità e i suoi meccanismi di piacere e dolore, desiderio e ripulsa.
Così, nell'imperioso imporsi narcisistico dell'io, si gioca l'ambivalenza femminile nei confronti del corpo e della sessualità in tutte le sue varianti agite o fantasticate (eterosessuali, omosessuali, queer). L'ambivalenza insomma è ciò che consente di tenere insieme le parti diverse e a volte conflittuali del proprio sé nel faticoso processo del divenire: una certa letteratura sta cercando le parole per dirlo.
A cura di Anna Maria Crispino e Marina Vitale