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Una scatola di legno, piccola, rettangolare. Dentro, il ritratto di un figlio, cinquanta lettere e tutto il dolore di unamadre. Di me neanche ti ricordi raccontagli amori, le lotte e la fatica di un giovaneemigrato a São Paulo mentre, sullo sfondo, affiora il Brasile degli anni Settanta, la dittatura militare, le vittorie dellanazionale, le proteste operaie, la miseriae la solitudine di chi è dovuto andarevia e presto ha scoperto che i poveri nontornano mai a casa.
Luiz Ruffato mescola realtà e finzionee, attraverso un commovente monologoepistolare, racconta il passato recente delsuo paese attraverso gli occhi, ingenui, ostinati e generosi di suo fratello Célio.