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Negli anni Venti e Trenta del Trecento più di novanta nuove abitazioni, una chiesa e alcune strutture per la produzione dei tessuti di lana invasero la valle retrostante il palazzo del Comune di Siena con una lotizzazione che accolse flussi di nuovi cittadini, soprattutto notai e qualche giudice. Il Borgo Nuovo di Santa Maria avrebbe dovuto dare nuova centralità del Campo, riequilibrando lo sbilanciamento dei pesi demografici della città e creando nuovi collegamenti stradali, interni ed esterni alle mura.
L'area fu però abbandonata dopo pochi decenni, e cavallo delle grandi epidemie del Trecento, quando molti documenti segnalano il restringersi della città verso il suo centro, con il verde che prende il sopravvento negli spazi più vicini alle mura cancellando i segni delle abitazioni. Quella che ricostruiamo è dunque una storia esemplare che trasformò la valle da sede di un progetto generale di riorganizzazione e espansione urbane a luogo "separato dal transito de le genti".
Il fatto che al progetto del nuovo borgo non abbia corrisposto una centralità sullo spazio realmente edificato ne ha cambiato profondamente il senso, alterando l'equilibrio tra pieni e vuoti e mantenendo al Campo e al palazzo del Comune una centralità "identitaria" che non corrisponde a una reale centralità rispetto al volume di costruito.