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A ventitré anni Alice Hare - una laurea in filosofia, un padre sparito nel nulla e una madre ossessiva e manipolatrice - lascia l'Inghilterra per tornare a New York, la sua città natale, dove cerca di ricostruire la sua complicata storia familiare concentrandosi sul breve lasso di tempo in cui lei e i suoi genitori hanno vissuto in Giappone: un periodo che, essendo troppo piccola per ricordarlo, si sente libera di inventare.
È in questo momento che Alice incrocia Mizuko Himura, un'intrigante scrittrice giapponese la cui vita - vista dall'iPhone - presenta strani parallelismi con la sua. Dopo un lungo inseguimento sui social network le due donne si incontrano in quella che a Mizuko sembra una circostanza casuale: nell'era della connettività, però, le coincidenze non esistono. Il loro rapporto infatti si evolverà in un gioco di specchi multimediali dove i confini fra social, fatti e finzione sfumano in un groviglio di bugie e tensioni.
Tra Murakami Haruki, Donna Tartt e Patricia Highsmith, Olivia Sudjic scrive la storia di una delle domande più antiche dell'uomo, quel « da dove veniamo » che fa coincidere la ricerca delle radici con la trama di un futuro. Una riflessione affascinante sui legami di sangue, le scelte sbagliate e i legami tormentosi che è necessario affrontare per se si vuol vivere da esseri umani in un'era dominata dal digitale.