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Nell'Hindostan del XVI secolo, Akbar, terzo imperatore della dinastia moghul, accoglie alla sua corte islamici sunniti e sciiti, gesuiti, indù, ebrei, zoroastriani. I custodi dell'ortodossia religiosa, indignati, cercano di ostacolare o addirittura rovesciare il sovrano. È in questo contesto che inizia la parabola del funzionario hindu Jamal, di suo figlio Samir e del principe Salim, primogenito di Akbar.
Samir e Salim diventano amici, accomunati dal risentimento verso i genitori e dall'amore per una stessa donna. Quasi tutti i personaggi sono storicamente esistiti, vengono raccontati con fedeltà e illuminano indirettamente anche la nostra epoca. I temi esplorati da questo romanzo storico sono sempre attuali: il dibattito religioso, la natura del potere, il dialogo tra civiltà diverse. In primo piano, la difficoltà ad accettare l'eredità dei padri, dilemma nel quale potrà specchiarsi anche il lettore di questo romanzo.
« La lettura di un libro come questo, per gli italiani che amano la storia e per quelli affascinati da esotismo ed orientalismo... dovrebbe essere una festa; e il fatto che sia stato edito proprio da noi, un avvenimento ». (Dalla prefazione di Franco Cardini)« I padri e i figli di un Impero. Le luci e le ombre di una dinastia. Le eredità materiali e quelle immateriali. Con una capacità impressionante - da miniaturista - di far brillare i dettagli, l'autore va a cercare in un'epoca remota - fra solenni ambizioni politiche, marce militari, sottilissime dispute teologiche - le risposte a domande radicali sul nostro stare al mondo, sulla responsabilità, l'innocenza e la colpa, lacapacità di capirsi, e riconoscersi umani ».
(Paolo Di Paolo)