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"A che ora scrive ?" "Quando ne ho voglia." "Quanto c'è di autobiografico nella sua opera ?" "Il giusto." "Crede in Dio ?" "Direi di no, ma potrei sbagliarmi." Ecco, forse lo scrittore che vorrei essere è un tipo che vive la propria vocazione come un pubblico infortunio. Consapevole che scrivere è un esercizio privatissimo, destinato, bene che vada, a divenire di dominio pubblico. Un tizio talmente compassato da gestire una simile aporia con eleganza e rassegnazione.
Amori vissuti e amori letterari, vizi privati e pubbliche invidie... Un libro ironico, appassionato, brillante : perché vita e letteratura sono davvero inseparabili.