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Un Natale degli anni Cinquanta. Tutta la famiglia � riunita intorno all'albero, che porta sulla cima un puntale con l'effigie di un angelo che il piccolo Morfeo fissa incantato; ora il bambino si allontana, si rannicchia presso una finestra, quando una persiana si stacca piombandogli sul capo. Il trauma lo lascia per giorni tra la vita e la morte. Ci� che segue � il tempo di Morfeo, da quel disgraziato incidente agli anni futuri.
Ma ci� che segue pu� essere letto come un lungo delirio, come un sogno oppure come un racconto di verit� alterato dal dolore, un dolore che c'� sempre, acquattato nelle pieghe della vita, e periodicamente mostra la smorfia. Morfeo cresce, diventa scrittore, incontra il mondo e i suoi curiosi abitanti: ha amici, passioni, e un amatissimo figlio. Ma tutto il suo cammino � segnato dalla malattia, forse eredit� di quella ferita, forse no, che lo rende diverso e non mette d'accordo i medici, tantomeno l'industria delle cure.
Superbia, vanit�, incompetenza, ma soprattutto il cinico affarismo lo lasciano in balia dei farmaci, ne diventa dipendente, le sue giornate sono ritmate da quel "dominio chimico".