I testi qui raccolti sono frutto delle narrazioni sulle vicende degli ebrei italiani dal 1938 al 1945
realizzate da undici anni dai figli e nipoti dei protagonisti al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani di
Roma, in occasione del Giorno della Memoria. Importante mezzo di trasmissione della memoria
famigliare, esse sono anche un pezzo della grande storia, e aprono finestre spesso inedite sui fatti
drammatici di quegli anni e sul modo con cui questi fatti sono stati percepiti, vissuti e trasformati in
memoria collettiva.
Il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, inaugurato il 29 giugno 1902, nasce come orfanotrofio per
accogliere bambini ebrei e offrire sostegno alle famiglie disagiate; funzione svolta massicciamente
dopo le due guerre mondiali.
Nel corso della sua storia è diventato anche un centro di prima
accoglienza e dimora temporanea per gli ebrei profughi dalla Libia nel 1967 e dall'Iran nel 1979-80.
Dal 1987 al 1997 il Pitigliani è diventato Bait Bet, una "seconda casa", dove crescere all'insegna
dell'educazione ebraica.
Oggi, il Centro è un Ente Ebraico civilmente riconosciuto in base alla Legge n. 101 dell'8 marzo
1989 e svolge principalmente attività educative e assistenziali per i giovani della Comunità, con
particolare riguardo alle famiglie più bisognose.
L'assistenza, l'educazione, la diffusione della
storia, delle tradizioni e dei principi dell'etica ebraica sono gli obiettivi che motivano l'opera
quotidiana del Pitigliani. L'attività educativa è ispirata al Metodo Feuerstein per la cui formazione il
Centro è accreditato presso il MIUR.
Il Centro è aperto al pubblico e dedica un ampio spazio alle attività culturali organizzando, nel
corso dell'anno, numerosi eventi finalizzati a diffondere la conoscenza della cultura ebraica, a
promuovere il confronto su tematiche culturali e sociali nella convinzione che la conoscenza sia lo
strumento attraverso il quale abbattere le barriere, superare i pregiudizi, promuovere la convivenza
e il dialogo interculturale.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale
Educazione, Ricerca e Istituti Culturali.
I testi qui raccolti sono frutto delle narrazioni sulle vicende degli ebrei italiani dal 1938 al 1945
realizzate da undici anni dai figli e nipoti dei protagonisti al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani di
Roma, in occasione del Giorno della Memoria. Importante mezzo di trasmissione della memoria
famigliare, esse sono anche un pezzo della grande storia, e aprono finestre spesso inedite sui fatti
drammatici di quegli anni e sul modo con cui questi fatti sono stati percepiti, vissuti e trasformati in
memoria collettiva.
Il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, inaugurato il 29 giugno 1902, nasce come orfanotrofio per
accogliere bambini ebrei e offrire sostegno alle famiglie disagiate; funzione svolta massicciamente
dopo le due guerre mondiali.
Nel corso della sua storia è diventato anche un centro di prima
accoglienza e dimora temporanea per gli ebrei profughi dalla Libia nel 1967 e dall'Iran nel 1979-80.
Dal 1987 al 1997 il Pitigliani è diventato Bait Bet, una "seconda casa", dove crescere all'insegna
dell'educazione ebraica.
Oggi, il Centro è un Ente Ebraico civilmente riconosciuto in base alla Legge n. 101 dell'8 marzo
1989 e svolge principalmente attività educative e assistenziali per i giovani della Comunità, con
particolare riguardo alle famiglie più bisognose.
L'assistenza, l'educazione, la diffusione della
storia, delle tradizioni e dei principi dell'etica ebraica sono gli obiettivi che motivano l'opera
quotidiana del Pitigliani. L'attività educativa è ispirata al Metodo Feuerstein per la cui formazione il
Centro è accreditato presso il MIUR.
Il Centro è aperto al pubblico e dedica un ampio spazio alle attività culturali organizzando, nel
corso dell'anno, numerosi eventi finalizzati a diffondere la conoscenza della cultura ebraica, a
promuovere il confronto su tematiche culturali e sociali nella convinzione che la conoscenza sia lo
strumento attraverso il quale abbattere le barriere, superare i pregiudizi, promuovere la convivenza
e il dialogo interculturale.
La pubblicazione è stata realizzata grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale
Educazione, Ricerca e Istituti Culturali.