The Passenger – Berlino

Par : Aa.vv.
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  • FormatePub
  • ISBN978-88-7091-704-8
  • EAN9788870917048
  • Date de parution18/09/2019
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille49 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurIperborea

Résumé

« Berlino è troppo grande per Berlino » è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di libertà e « spazio ». Ma « Berlino è troppo grande per Berlino » anche in senso più ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come « Berlino, città di tendenza »? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani, mai una casa che avesse l'ascensore e un citofono funzionante.
Visitarla era un'esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio - ribaltandolo in positivo - il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler: « Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere. » La ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste illegali negli scantinati oggi non ci sono più.
Quell'epoca di archeologia urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso. Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c'è perfino chi viene a Berlino per lavorare e non solo per « creare » o semplicemente oziare.
Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a un passato « povero e sexy » e i cui unici feticci intoccabili sono una multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà « potenziale puro ».
« Berlino è troppo grande per Berlino » è il curioso titolo di un libro del flâneur Hanns Zischler che scherza sulla bassa densità abitativa di questa città policentrica così estesa: una delle ragioni per cui la sensazione che suscita è quella di libertà e « spazio ». Ma « Berlino è troppo grande per Berlino » anche in senso più ampio: come convivere e tenere viva la fiamma di un mito così ingombrante come « Berlino, città di tendenza »? Per capirlo è necessario un viaggio alle sue origini, gli anni Novanta, quando il tempo sembrava essersi fermato: cicatrici della guerra ovunque, stufe a carbone, palazzi fatiscenti, minimarket spartani, mai una casa che avesse l'ascensore e un citofono funzionante.
Visitarla era un'esperienza allucinogena, un viaggio nel passato e nel futuro allo stesso tempo, quando una gioventù curiosa sembrava aver fatto proprio - ribaltandolo in positivo - il famoso aforisma di inizio Novecento di Karl Scheffler: « Berlino è condannata per sempre a diventare e mai a essere. » La ricerca della rovina abbandonata, la caccia al cimelio del mercatino, le feste illegali negli scantinati oggi non ci sono più.
Quell'epoca di archeologia urbana è finita per sempre: quasi tutti i palazzi sono stati ristrutturati, le case occupate sgomberate e i negozi con il tipico arredamento Ddr hanno chiuso. Senza più ferite del passato il corpo della città è forse meno drammatico ma di certo è più forte, sano. Anche gli abitanti hanno perso qualcosa di quello struggimento, di quella vena romantica e autodistruttiva, e oggi c'è perfino chi viene a Berlino per lavorare e non solo per « creare » o semplicemente oziare.
Ma Berlino rimane una città giovane, che non si attacca morbosamente a un passato « povero e sexy » e i cui unici feticci intoccabili sono una multiculturalità che non accetta compromessi e un futuro che è sempre tutto da scrivere. Anzi, per citare uno che la conosce bene, Berlino è e sempre sarà « potenziale puro ».
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