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Ottobre 1963: una studentessa ventitreenne e` costretta a percorrere vie clandestine per poter interrompere una gravidanza. In Francia l'aborto e` ancora illegale - la parola stessa e` considerata impronunciabile, non ha un suo « posto nel linguaggio ». L'evento restituisce i giorni e le tappe di un'« esperienza umana totale »: le spaesate ricerche di soluzioni e la disperata apatia, le ambiguita` dei medici e la sistematica fascinazione dei maschi, la vicinanza di qualche compagna di corso e l'incontro con la mammana, sino al senso di fierezza per aver saputo attraversare un'abbacinante compresenza di vita e morte.
Calandosi « in ogni immagine, fino ad avere la sensazione fisica di "raggiungerla" », Ernaux interroga la memoria come strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia.