Il tempo della politica e dei diritti
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- FormatePub
- ISBN978-88-6440-172-0
- EAN9788864401720
- Date de parution11/06/2013
- Protection num.Adobe DRM
- Taille324 Ko
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurIBL Libri
Résumé
Tempo e incertezza costituiscono la cornice dell'azione umana. Il primo è sempre scarso e la seconda non può essere eliminata. La filosofia politica troppo spesso non prende in esame tali aspetti e immagina istituzioni abitate da individui senza tempo e in cui la dimensione dell'incertezza ricopre un ruolo marginale.
Muovendo da una delle più importanti tradizioni del liberalismo classico (quella della Scuola Austriaca) e prendendo in considerazione la possibilità di fare a meno della politica, il libro si chiede come si possa giustificare la coercizione e sulla base di che cosa sia possibile elaborare criteri di valutazione delle azioni individuali e delle istituzioni.
Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i princìpi universali e perenni dell'azione umana e della politica. Alla luce del paradosso che i fallimenti della politica ne aumentano la domanda, il libro affronta il tema del "buon ordine politico" in un universo in cui la politica stenta a prendere atto del fatto che non potendo produrre tempo e distribuirlo in maniera ottimale, dovrà limitarsi a non farne perdere.
Poiché non potrà mai disporre della conoscenza adeguata, la politica deve quindi abbandonare il proposito di ridurre l'incertezza tramite la produzione di regole. Altrimenti continuerà a essere un'attività inutile, costosa e fallimentare.
Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i princìpi universali e perenni dell'azione umana e della politica. Alla luce del paradosso che i fallimenti della politica ne aumentano la domanda, il libro affronta il tema del "buon ordine politico" in un universo in cui la politica stenta a prendere atto del fatto che non potendo produrre tempo e distribuirlo in maniera ottimale, dovrà limitarsi a non farne perdere.
Poiché non potrà mai disporre della conoscenza adeguata, la politica deve quindi abbandonare il proposito di ridurre l'incertezza tramite la produzione di regole. Altrimenti continuerà a essere un'attività inutile, costosa e fallimentare.
Tempo e incertezza costituiscono la cornice dell'azione umana. Il primo è sempre scarso e la seconda non può essere eliminata. La filosofia politica troppo spesso non prende in esame tali aspetti e immagina istituzioni abitate da individui senza tempo e in cui la dimensione dell'incertezza ricopre un ruolo marginale.
Muovendo da una delle più importanti tradizioni del liberalismo classico (quella della Scuola Austriaca) e prendendo in considerazione la possibilità di fare a meno della politica, il libro si chiede come si possa giustificare la coercizione e sulla base di che cosa sia possibile elaborare criteri di valutazione delle azioni individuali e delle istituzioni.
Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i princìpi universali e perenni dell'azione umana e della politica. Alla luce del paradosso che i fallimenti della politica ne aumentano la domanda, il libro affronta il tema del "buon ordine politico" in un universo in cui la politica stenta a prendere atto del fatto che non potendo produrre tempo e distribuirlo in maniera ottimale, dovrà limitarsi a non farne perdere.
Poiché non potrà mai disporre della conoscenza adeguata, la politica deve quindi abbandonare il proposito di ridurre l'incertezza tramite la produzione di regole. Altrimenti continuerà a essere un'attività inutile, costosa e fallimentare.
Si tratta di questioni non secondarie in un mondo ormai privo di regolarità, dal momento che l'innovazione e l'invenzione hanno preso il posto dei tentativi di scoprire i princìpi universali e perenni dell'azione umana e della politica. Alla luce del paradosso che i fallimenti della politica ne aumentano la domanda, il libro affronta il tema del "buon ordine politico" in un universo in cui la politica stenta a prendere atto del fatto che non potendo produrre tempo e distribuirlo in maniera ottimale, dovrà limitarsi a non farne perdere.
Poiché non potrà mai disporre della conoscenza adeguata, la politica deve quindi abbandonare il proposito di ridurre l'incertezza tramite la produzione di regole. Altrimenti continuerà a essere un'attività inutile, costosa e fallimentare.








