Pietro e Giuliana sono sposati da una settimana, dopo solo un mese che si conoscono. Pietro, avvocato, è di solida condizione sociale, abituato a una vita borghese, pacata e regolare, mentre Giuliana è una spiantata, indolente e pasticciona, scappata di casa a diciassette anni, un po' svitata ma molto simpatica. Riuscirà a durare il loro matrimonio ? Supererà la prova del fuoco di un pranzo "di famiglia" con la madre di Pietro ? La piú famosa delle commedie di Natalia Ginzburg è da tempo di-ventata un classico.
La sua felicità linguistica e la sua energia tea-trale hanno una forza di contagio che si ripete a ogni nuova messa in scena, anche a distanza di ormai quarantacinque anni. Il dialogo è tanto vivace quanto piú tra le battute c'è come una distanza, una microfrattura. Perché, come scrive Ferdinando Taviani nella prefazione scritta per questa nuova edizione : "Il dialogo scenico di Natalia Ginzburg assume la maschera della conversazione, ma è semmai il suo contrario, naviga fra ció che diversifica, non fra ció che si compartiste conversando, salta per dislivelli e microscopici dribbling d'attenzione, come l'acqua quando non riesce a star ferma, scende, mormora, e per ció è viva".
E il piacere della differenza, dell'essere differenti, del parlare ognuno con il proprio ritmo, che procura allegria. Contro la noia dell'es-sere uguali. Negli anni Sessanta e oggi.
Pietro e Giuliana sono sposati da una settimana, dopo solo un mese che si conoscono. Pietro, avvocato, è di solida condizione sociale, abituato a una vita borghese, pacata e regolare, mentre Giuliana è una spiantata, indolente e pasticciona, scappata di casa a diciassette anni, un po' svitata ma molto simpatica. Riuscirà a durare il loro matrimonio ? Supererà la prova del fuoco di un pranzo "di famiglia" con la madre di Pietro ? La piú famosa delle commedie di Natalia Ginzburg è da tempo di-ventata un classico.
La sua felicità linguistica e la sua energia tea-trale hanno una forza di contagio che si ripete a ogni nuova messa in scena, anche a distanza di ormai quarantacinque anni. Il dialogo è tanto vivace quanto piú tra le battute c'è come una distanza, una microfrattura. Perché, come scrive Ferdinando Taviani nella prefazione scritta per questa nuova edizione : "Il dialogo scenico di Natalia Ginzburg assume la maschera della conversazione, ma è semmai il suo contrario, naviga fra ció che diversifica, non fra ció che si compartiste conversando, salta per dislivelli e microscopici dribbling d'attenzione, come l'acqua quando non riesce a star ferma, scende, mormora, e per ció è viva".
E il piacere della differenza, dell'essere differenti, del parlare ognuno con il proprio ritmo, che procura allegria. Contro la noia dell'es-sere uguali. Negli anni Sessanta e oggi.