Unframing. Come difendersi da chi può stabilire cosa è rilevante per noi
Par : ,Formats :
Disponible dans votre compte client Decitre ou Furet du Nord dès validation de votre commande. Le format ePub est :
- Compatible avec une lecture sur My Vivlio (smartphone, tablette, ordinateur)
- Compatible avec une lecture sur liseuses Vivlio
- Pour les liseuses autres que Vivlio, vous devez utiliser le logiciel Adobe Digital Edition. Non compatible avec la lecture sur les liseuses Kindle, Remarkable et Sony

Notre partenaire de plateforme de lecture numérique où vous retrouverez l'ensemble de vos ebooks gratuitement
Pour en savoir plus sur nos ebooks, consultez notre aide en ligne ici
- Nombre de pages177
- FormatePub
- ISBN978-88-5526-378-8
- EAN9788855263788
- Date de parution26/11/2020
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille4 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurLedizioni
Résumé
L'industria dell'informazione, e più in generale quella dei contenuti, svolge un ruolo essenziale per la qualità della nostra vita sociale. Essa si trova però costretta a obbedire a un vincolo di business che sta producendo danni irreparabili: la necessità di attrarre i nostri occhi (e liberare i nostri dati) verso la pubblicità. Ciò condiziona in modo decisivo la scelta dei temi da approfondire e il frame con cui vengono narrati i fatti.
Una scelta che - nonostante la transizione digitale - è ancora nelle mani di poche persone. Perché giornalisti, comunicatori e le altre figure di intermediazione culturale non rispondono più alla loro missione pubblica? Come mai queste professioni non riescono a evolvere oltre la necessità industriale di convogliare la nostra attenzione all'interno di "cornici" ben presidiate? In "Unframing" Antonio Pavolini ci ricorda che occorre individuare nuovi modelli economici per remunerare l'industria dei media, oppure saranno i fruitori di contenuti a dover correre ai ripari, imparando da soli a "rompere la cornice".
Vecchi palinsesti e nuovi algoritmi ci stanno sempre più imprigionando: siamo in una "ruota del criceto" e dobbiamo capire tutti insieme, dai decisori ai consumatori, come venirne fuori.
Una scelta che - nonostante la transizione digitale - è ancora nelle mani di poche persone. Perché giornalisti, comunicatori e le altre figure di intermediazione culturale non rispondono più alla loro missione pubblica? Come mai queste professioni non riescono a evolvere oltre la necessità industriale di convogliare la nostra attenzione all'interno di "cornici" ben presidiate? In "Unframing" Antonio Pavolini ci ricorda che occorre individuare nuovi modelli economici per remunerare l'industria dei media, oppure saranno i fruitori di contenuti a dover correre ai ripari, imparando da soli a "rompere la cornice".
Vecchi palinsesti e nuovi algoritmi ci stanno sempre più imprigionando: siamo in una "ruota del criceto" e dobbiamo capire tutti insieme, dai decisori ai consumatori, come venirne fuori.
L'industria dell'informazione, e più in generale quella dei contenuti, svolge un ruolo essenziale per la qualità della nostra vita sociale. Essa si trova però costretta a obbedire a un vincolo di business che sta producendo danni irreparabili: la necessità di attrarre i nostri occhi (e liberare i nostri dati) verso la pubblicità. Ciò condiziona in modo decisivo la scelta dei temi da approfondire e il frame con cui vengono narrati i fatti.
Una scelta che - nonostante la transizione digitale - è ancora nelle mani di poche persone. Perché giornalisti, comunicatori e le altre figure di intermediazione culturale non rispondono più alla loro missione pubblica? Come mai queste professioni non riescono a evolvere oltre la necessità industriale di convogliare la nostra attenzione all'interno di "cornici" ben presidiate? In "Unframing" Antonio Pavolini ci ricorda che occorre individuare nuovi modelli economici per remunerare l'industria dei media, oppure saranno i fruitori di contenuti a dover correre ai ripari, imparando da soli a "rompere la cornice".
Vecchi palinsesti e nuovi algoritmi ci stanno sempre più imprigionando: siamo in una "ruota del criceto" e dobbiamo capire tutti insieme, dai decisori ai consumatori, come venirne fuori.
Una scelta che - nonostante la transizione digitale - è ancora nelle mani di poche persone. Perché giornalisti, comunicatori e le altre figure di intermediazione culturale non rispondono più alla loro missione pubblica? Come mai queste professioni non riescono a evolvere oltre la necessità industriale di convogliare la nostra attenzione all'interno di "cornici" ben presidiate? In "Unframing" Antonio Pavolini ci ricorda che occorre individuare nuovi modelli economici per remunerare l'industria dei media, oppure saranno i fruitori di contenuti a dover correre ai ripari, imparando da soli a "rompere la cornice".
Vecchi palinsesti e nuovi algoritmi ci stanno sempre più imprigionando: siamo in una "ruota del criceto" e dobbiamo capire tutti insieme, dai decisori ai consumatori, come venirne fuori.