Il primo e principale dei nostri doveri è quello dell'espiazione. Tutti abbiamo peccato; tutti abbiamo contratto debiti davanti a Dio; tutti, anche le anime più perfette, battendoci il petto, dobbiamo dire: « dimitte nobis debita nostra » (« rimetti a noi i nostri debiti »). Bene, ora la mortificazione significa soprattutto espiazione. Molti comprendono il valore dell'orazione; ma pochi apprezzano la mortificazione!A chi sa vincere sé stesso, importa poco chi possa opporglisi.
Nella vita abbiamo bisogno di una buona dose di forza di volontà. Ma da una parte le ragioni di ciò sono più o meno confuse nella nostra mente; e dall'altra non sappiamo come ordinarle per coltivare questa facoltà e farne quella potenza soave e forte allo stesso tempo, che ci permette - orientandola verso Dio - di dominare la nostra vita nel dominare noi stessi. Chi non ha saputo sviluppare la sua volontà, seguendo i propri capricci, i propri istinti, le impressioni del momento, può avere slanci originali e perfino geniali; ma sarà sempre un ambizioso e non realizzerà mai nulla sul serio.
Chi perde il gusto del rischio e dello sforzo offerto - nel caso l'abbia mai avuto - restringe sempre di più il proprio campo d'azione; la vita gli diventa pesante, e un sentimento profondo d'inferiorità finisce per invaderlo, incatenandolo alla mediocrità. In ogni tempo è necessario rinnovare, di tanto in tanto, l'acciaio di questa spada fedele che è la volontà; ma è soprattutto durante la gioventù che essa deve essere forgiata: solida, fine e aguzza.
Magari queste pagine possano aiutare i lettori di ogni età e condizione a comprendere l'importanza della volontà e a sviluppare al massimo questa facoltà donata da Dio all'uomo, affinché si associ all'opera della sua grazia e della sua gloriaIl sentimento, invece, è per molti uno stato d'animo volubile, variabile, una conclusione sufficientemente vaga da poter essere usata come copertura o scusa davanti alla propria coscienza, agli altri e - a costo di ingannare sé stessi - persino davanti a Dio.
Alcuni, in momenti di lucidità interiore, si rendono conto « che non possono proseguire così », che sono portati, agitati da una parte all'altra come foglie secche nel vento, talvolta in direzioni opposte, per motivi tanto futili quanto una cattiva digestione, una bocciatura o un cielo coperto di grigie nubi.
Il primo e principale dei nostri doveri è quello dell'espiazione. Tutti abbiamo peccato; tutti abbiamo contratto debiti davanti a Dio; tutti, anche le anime più perfette, battendoci il petto, dobbiamo dire: « dimitte nobis debita nostra » (« rimetti a noi i nostri debiti »). Bene, ora la mortificazione significa soprattutto espiazione. Molti comprendono il valore dell'orazione; ma pochi apprezzano la mortificazione!A chi sa vincere sé stesso, importa poco chi possa opporglisi.
Nella vita abbiamo bisogno di una buona dose di forza di volontà. Ma da una parte le ragioni di ciò sono più o meno confuse nella nostra mente; e dall'altra non sappiamo come ordinarle per coltivare questa facoltà e farne quella potenza soave e forte allo stesso tempo, che ci permette - orientandola verso Dio - di dominare la nostra vita nel dominare noi stessi. Chi non ha saputo sviluppare la sua volontà, seguendo i propri capricci, i propri istinti, le impressioni del momento, può avere slanci originali e perfino geniali; ma sarà sempre un ambizioso e non realizzerà mai nulla sul serio.
Chi perde il gusto del rischio e dello sforzo offerto - nel caso l'abbia mai avuto - restringe sempre di più il proprio campo d'azione; la vita gli diventa pesante, e un sentimento profondo d'inferiorità finisce per invaderlo, incatenandolo alla mediocrità. In ogni tempo è necessario rinnovare, di tanto in tanto, l'acciaio di questa spada fedele che è la volontà; ma è soprattutto durante la gioventù che essa deve essere forgiata: solida, fine e aguzza.
Magari queste pagine possano aiutare i lettori di ogni età e condizione a comprendere l'importanza della volontà e a sviluppare al massimo questa facoltà donata da Dio all'uomo, affinché si associ all'opera della sua grazia e della sua gloriaIl sentimento, invece, è per molti uno stato d'animo volubile, variabile, una conclusione sufficientemente vaga da poter essere usata come copertura o scusa davanti alla propria coscienza, agli altri e - a costo di ingannare sé stessi - persino davanti a Dio.
Alcuni, in momenti di lucidità interiore, si rendono conto « che non possono proseguire così », che sono portati, agitati da una parte all'altra come foglie secche nel vento, talvolta in direzioni opposte, per motivi tanto futili quanto una cattiva digestione, una bocciatura o un cielo coperto di grigie nubi.