Etere Divino
Par : ,Formats :
Disponible dans votre compte client Decitre ou Furet du Nord dès validation de votre commande. Le format ePub est :
- Compatible avec une lecture sur My Vivlio (smartphone, tablette, ordinateur)
- Compatible avec une lecture sur liseuses Vivlio
- Pour les liseuses autres que Vivlio, vous devez utiliser le logiciel Adobe Digital Edition. Non compatible avec la lecture sur les liseuses Kindle, Remarkable et Sony
, qui est-ce ?Notre partenaire de plateforme de lecture numérique où vous retrouverez l'ensemble de vos ebooks gratuitement
Pour en savoir plus sur nos ebooks, consultez notre aide en ligne ici
- FormatePub
- ISBN978-88-6576-469-5
- EAN9788865764695
- Date de parution15/10/2015
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille2 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurIl Saggiatore
Résumé
« Etere Divino, carne o non carne? » « Non è che oceano ciò che c'è in me. » Etere Divino nasce, e nascendo genera il mondo in cui viene al mondo. Etere Divino, astro di terracotta, singolarità gravitazionale, si muove in questo mondo creato da sé medesimo - un po' Walser un po' flaneur - e il mondo si fa intorno a lui, così che si dispiega davanti al lettore un universo che nasce, si espande, va morendo; un universo a cui capita, per clinamina imprevedibili, di essere il nostro.
Al centro di questo poema cosmogonico, punto omega delle sue costellazioni immaginali, sta Etere Divino: incontra la morte ma la dimentica, sperimenta il sacro rigettando però il barocco, saetta furioso sopra mari salgariani e infine - protagonista della più celebre e imitata delle catabasi letterarie - rinasce al mondo pronto per l'esperienza del tragico, che dell'esistenza innocente degli inizi è il puntuale, necessario, doloroso controcanto.
Etere Divino è un congegno testuale che, ora aprendosi in diastole vertiginose e immaginifiche, ora contraendosi nelle sistole di una lingua densissima ma pronta ad accogliere il proprio sfacelo, porta il lettore a fare, attraverso la lettura, esperienza di sé nel tempo. E di quel tempo assoluto in cui le categorie di presente, passato, futuro, prima e dopo smettono di avere significato che è il tempo della letteratura: vivono allora in queste pagine Esiodo e Kafka, Eschilo e Melville, poi Omero, Dante e Shakespeare, Leopardi, Carmelo Bene, tappe erratiche di un'odissea contemporanea che è anche, e prima di tutto, odissea della lingua.
Prosa se la natura della poesia si identifica nel suo darsi per versi; poesia se la radice della poeticità è la « sublime esitazione fra il senso e il suono », Etere Divino stupisce per l'imprevedibilità dei toni e delle soluzioni, dimostrando per virtù stessa della propria esistenza l'imperfezione e l'obsolescenza di generi e registri letterari, diaframmi che dividono, veli che separano la lingua dall'assolutezza che, sola, è vera cifra della letteratura.
Al centro di questo poema cosmogonico, punto omega delle sue costellazioni immaginali, sta Etere Divino: incontra la morte ma la dimentica, sperimenta il sacro rigettando però il barocco, saetta furioso sopra mari salgariani e infine - protagonista della più celebre e imitata delle catabasi letterarie - rinasce al mondo pronto per l'esperienza del tragico, che dell'esistenza innocente degli inizi è il puntuale, necessario, doloroso controcanto.
Etere Divino è un congegno testuale che, ora aprendosi in diastole vertiginose e immaginifiche, ora contraendosi nelle sistole di una lingua densissima ma pronta ad accogliere il proprio sfacelo, porta il lettore a fare, attraverso la lettura, esperienza di sé nel tempo. E di quel tempo assoluto in cui le categorie di presente, passato, futuro, prima e dopo smettono di avere significato che è il tempo della letteratura: vivono allora in queste pagine Esiodo e Kafka, Eschilo e Melville, poi Omero, Dante e Shakespeare, Leopardi, Carmelo Bene, tappe erratiche di un'odissea contemporanea che è anche, e prima di tutto, odissea della lingua.
Prosa se la natura della poesia si identifica nel suo darsi per versi; poesia se la radice della poeticità è la « sublime esitazione fra il senso e il suono », Etere Divino stupisce per l'imprevedibilità dei toni e delle soluzioni, dimostrando per virtù stessa della propria esistenza l'imperfezione e l'obsolescenza di generi e registri letterari, diaframmi che dividono, veli che separano la lingua dall'assolutezza che, sola, è vera cifra della letteratura.
« Etere Divino, carne o non carne? » « Non è che oceano ciò che c'è in me. » Etere Divino nasce, e nascendo genera il mondo in cui viene al mondo. Etere Divino, astro di terracotta, singolarità gravitazionale, si muove in questo mondo creato da sé medesimo - un po' Walser un po' flaneur - e il mondo si fa intorno a lui, così che si dispiega davanti al lettore un universo che nasce, si espande, va morendo; un universo a cui capita, per clinamina imprevedibili, di essere il nostro.
Al centro di questo poema cosmogonico, punto omega delle sue costellazioni immaginali, sta Etere Divino: incontra la morte ma la dimentica, sperimenta il sacro rigettando però il barocco, saetta furioso sopra mari salgariani e infine - protagonista della più celebre e imitata delle catabasi letterarie - rinasce al mondo pronto per l'esperienza del tragico, che dell'esistenza innocente degli inizi è il puntuale, necessario, doloroso controcanto.
Etere Divino è un congegno testuale che, ora aprendosi in diastole vertiginose e immaginifiche, ora contraendosi nelle sistole di una lingua densissima ma pronta ad accogliere il proprio sfacelo, porta il lettore a fare, attraverso la lettura, esperienza di sé nel tempo. E di quel tempo assoluto in cui le categorie di presente, passato, futuro, prima e dopo smettono di avere significato che è il tempo della letteratura: vivono allora in queste pagine Esiodo e Kafka, Eschilo e Melville, poi Omero, Dante e Shakespeare, Leopardi, Carmelo Bene, tappe erratiche di un'odissea contemporanea che è anche, e prima di tutto, odissea della lingua.
Prosa se la natura della poesia si identifica nel suo darsi per versi; poesia se la radice della poeticità è la « sublime esitazione fra il senso e il suono », Etere Divino stupisce per l'imprevedibilità dei toni e delle soluzioni, dimostrando per virtù stessa della propria esistenza l'imperfezione e l'obsolescenza di generi e registri letterari, diaframmi che dividono, veli che separano la lingua dall'assolutezza che, sola, è vera cifra della letteratura.
Al centro di questo poema cosmogonico, punto omega delle sue costellazioni immaginali, sta Etere Divino: incontra la morte ma la dimentica, sperimenta il sacro rigettando però il barocco, saetta furioso sopra mari salgariani e infine - protagonista della più celebre e imitata delle catabasi letterarie - rinasce al mondo pronto per l'esperienza del tragico, che dell'esistenza innocente degli inizi è il puntuale, necessario, doloroso controcanto.
Etere Divino è un congegno testuale che, ora aprendosi in diastole vertiginose e immaginifiche, ora contraendosi nelle sistole di una lingua densissima ma pronta ad accogliere il proprio sfacelo, porta il lettore a fare, attraverso la lettura, esperienza di sé nel tempo. E di quel tempo assoluto in cui le categorie di presente, passato, futuro, prima e dopo smettono di avere significato che è il tempo della letteratura: vivono allora in queste pagine Esiodo e Kafka, Eschilo e Melville, poi Omero, Dante e Shakespeare, Leopardi, Carmelo Bene, tappe erratiche di un'odissea contemporanea che è anche, e prima di tutto, odissea della lingua.
Prosa se la natura della poesia si identifica nel suo darsi per versi; poesia se la radice della poeticità è la « sublime esitazione fra il senso e il suono », Etere Divino stupisce per l'imprevedibilità dei toni e delle soluzioni, dimostrando per virtù stessa della propria esistenza l'imperfezione e l'obsolescenza di generi e registri letterari, diaframmi che dividono, veli che separano la lingua dall'assolutezza che, sola, è vera cifra della letteratura.








