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Qual era il vero volto della signoria nel Mezzogiorno italiano ? Cosa può apportare il Sud alle grandi discussioni sul feudalesimo e sui poteri aristocratici, sulla loro struttura e sulla loro evoluzione, sul loro impatto economico e sociale ? Che contributo può venire dal Regno di Sicilia agli studi sulla dialettica che avveniva fra sovrani, nobiltà e società contadine ? E poi, lo studio dei poteri signorili e delle società rurali può riconfigurare le classiche tematiche meridionali dell'arretratezza economica e della centralità monarchica ? Questo libro costituisce la prima analisi sistematica sulla signoria nel Mezzogiorno durante l'epoca normanno-sveva e primo-angioina.
Offre nuove interpretazioni sul potere della nobiltà, sulle società rurali e sulla politica monarchica. Mostra come fra re, nobili e contadini si attuò un gioco complesso, condotto attraverso le leggi e la violenza, i rapporti feudali e gli investimenti economici, le discussioni sulla libertà e la servitù, lo sfruttamento di uomini e risorse naturali. I suoi protagonisti sono mondi contadini dal dinamismo finora insospettato, re determinati a limitare il potere aristocratico, e nobili costretti ad adattare la propria signoria alla forza delle società rurali e della politica monarchica.
Ne esce un Mezzogiorno finora sconosciuto, vitale e articolato, la cui lettura permette di comprendere meglio non solo le vicende del meridione, ma quelle di molte altre regioni.