La fame, il lavoro infantile, l'emigrazione, la convivenza tra partigiani e nazifascisti. E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo : l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che sfigura il paesaggio. Nei racconti dei 270 intervistati da Revelli - i contadini e montanari delle valli cuneesi, i vinti di sempre - scorre una linfa poetica che affiora negli scatti della memoria, con immagini e parole capaci di lasciare il segno.
A volte cariche di dolore per le sofferenze delle vite passate, a volte cariche di ingenuità. Il ritratto della condizione umana di una minoranza costretta a lasciare i propri modelli di vita diventa lo specchio di una società malata, la denuncia dell'incapacità di ordinare in modo civile trasformazioni epocali che hanno assunto dimensioni drammatiche, dal Veneto alla Calabria.
La fame, il lavoro infantile, l'emigrazione, la convivenza tra partigiani e nazifascisti. E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo : l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che sfigura il paesaggio. Nei racconti dei 270 intervistati da Revelli - i contadini e montanari delle valli cuneesi, i vinti di sempre - scorre una linfa poetica che affiora negli scatti della memoria, con immagini e parole capaci di lasciare il segno.
A volte cariche di dolore per le sofferenze delle vite passate, a volte cariche di ingenuità. Il ritratto della condizione umana di una minoranza costretta a lasciare i propri modelli di vita diventa lo specchio di una società malata, la denuncia dell'incapacità di ordinare in modo civile trasformazioni epocali che hanno assunto dimensioni drammatiche, dal Veneto alla Calabria.