Vixita à Palaçio Inreâ. Poexie zeneixi
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- Nombre de pages82
- FormatPDF
- ISBN978-88-6438-771-0
- EAN9788864387710
- Date de parution18/03/2018
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille4 Mo
- Infos supplémentairespdf
- ÉditeurEditrice ZONA
Résumé
In questa nuova raccolta - la seconda per la collana "E restan forme" diretta da Fiorenzo Toso - Alessandro Guasoni si conferma autore di valore, nella capacità sempre più fine, stilisticamente riconoscibile e ben connotata, di declinare nel ritmo a volte dolce a volte aspro della lingua genovese, con la sua spiccata musicalità, una lirica-antilirica del quotidiano fatta di immagini vivide e forti, che assumono forma di piccoli dipinti nei quali esultano le luci e le ombre della Liguria.
Dietro l'ampio orizzonte del mare c'è il buio delle colline, e si guardano come in uno specchio. Il Palazzo Reale si trasforma, in quello specchio, in un Palazzo Irreale, a segnare il quasi impercettibile punto di frattura di questa poesia tra verità e metafora. Alessandro Guasoni (Voltri, 1958)Poco adatto a guadagnarsi il pane, ha inseguito le sue fantasticherie di poeta, che non gli hanno mai reso molto.
Scrive in lingua genovese dal 1973. Il fu V. E. Petrucci lo definì "un ribelle tranquillo", ed effettivamente, si potrebbe dire che tutta la sua opera sia un lavoro sott'acqua contro le finzioni, le idee preconfezionate, le illusioni del mondo moderno. Ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra cui "A poula e a luña" (1997), "Cantegoe" (2005), "Turchin" (ZONA 2016) e, con Fiorenzo Toso, la grammatica "Il genovese in tasca" (2010).
Dietro l'ampio orizzonte del mare c'è il buio delle colline, e si guardano come in uno specchio. Il Palazzo Reale si trasforma, in quello specchio, in un Palazzo Irreale, a segnare il quasi impercettibile punto di frattura di questa poesia tra verità e metafora. Alessandro Guasoni (Voltri, 1958)Poco adatto a guadagnarsi il pane, ha inseguito le sue fantasticherie di poeta, che non gli hanno mai reso molto.
Scrive in lingua genovese dal 1973. Il fu V. E. Petrucci lo definì "un ribelle tranquillo", ed effettivamente, si potrebbe dire che tutta la sua opera sia un lavoro sott'acqua contro le finzioni, le idee preconfezionate, le illusioni del mondo moderno. Ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra cui "A poula e a luña" (1997), "Cantegoe" (2005), "Turchin" (ZONA 2016) e, con Fiorenzo Toso, la grammatica "Il genovese in tasca" (2010).
In questa nuova raccolta - la seconda per la collana "E restan forme" diretta da Fiorenzo Toso - Alessandro Guasoni si conferma autore di valore, nella capacità sempre più fine, stilisticamente riconoscibile e ben connotata, di declinare nel ritmo a volte dolce a volte aspro della lingua genovese, con la sua spiccata musicalità, una lirica-antilirica del quotidiano fatta di immagini vivide e forti, che assumono forma di piccoli dipinti nei quali esultano le luci e le ombre della Liguria.
Dietro l'ampio orizzonte del mare c'è il buio delle colline, e si guardano come in uno specchio. Il Palazzo Reale si trasforma, in quello specchio, in un Palazzo Irreale, a segnare il quasi impercettibile punto di frattura di questa poesia tra verità e metafora. Alessandro Guasoni (Voltri, 1958)Poco adatto a guadagnarsi il pane, ha inseguito le sue fantasticherie di poeta, che non gli hanno mai reso molto.
Scrive in lingua genovese dal 1973. Il fu V. E. Petrucci lo definì "un ribelle tranquillo", ed effettivamente, si potrebbe dire che tutta la sua opera sia un lavoro sott'acqua contro le finzioni, le idee preconfezionate, le illusioni del mondo moderno. Ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra cui "A poula e a luña" (1997), "Cantegoe" (2005), "Turchin" (ZONA 2016) e, con Fiorenzo Toso, la grammatica "Il genovese in tasca" (2010).
Dietro l'ampio orizzonte del mare c'è il buio delle colline, e si guardano come in uno specchio. Il Palazzo Reale si trasforma, in quello specchio, in un Palazzo Irreale, a segnare il quasi impercettibile punto di frattura di questa poesia tra verità e metafora. Alessandro Guasoni (Voltri, 1958)Poco adatto a guadagnarsi il pane, ha inseguito le sue fantasticherie di poeta, che non gli hanno mai reso molto.
Scrive in lingua genovese dal 1973. Il fu V. E. Petrucci lo definì "un ribelle tranquillo", ed effettivamente, si potrebbe dire che tutta la sua opera sia un lavoro sott'acqua contro le finzioni, le idee preconfezionate, le illusioni del mondo moderno. Ha pubblicato diversi libri di poesia e prosa, tra cui "A poula e a luña" (1997), "Cantegoe" (2005), "Turchin" (ZONA 2016) e, con Fiorenzo Toso, la grammatica "Il genovese in tasca" (2010).