Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano
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- Nombre de pages251
- FormatePub
- ISBN1259792679
- EAN9791259792679
- Date de parution29/03/2024
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille1 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurPeople
Résumé
A seguito della tempesta Vaia di fine 2018, una minaccia incombe sulle foreste del Nord-Est. Si tratta del bostrico tipografo, un coleottero che attacca la specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l'abete rosso. L'insetto si è diffuso a macchia d'olio dopo il tremendo stress di quella notte, ma anche grazie all'inesorabile incedere del riscaldamento globale. Come ogni crisi, anche questa può nascondere opportunità.
Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. In questo libro-diario, Pietro e Luigi raccontano del piccolo coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio - che è anche un'amicizia - tra le Alpi.
Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta. « Avevamo raccolto pagine e pagine di appunti e analizzato decine di documenti, intervistato tanti esperti e ragionato sui temi enormi che il piccolo coleottero aveva portato alla luce, dalla gestione forestale del passato alla crisi climatica.
E ora? Ora bisognava attraversare davvero le Alpi, per guardare avanti. Non solo al destino delle peccete, sempre più fragili, ma a quello più ampio delle nostre montagne nei decenni che verranno. Il bostrico tipografo, scandagliato ormai da ogni punto di vista, ci stava urlando in faccia prepotentemente una sola, ultima, grande domanda finale: che foreste vogliamo, che montagna vogliamo, nel nostro futuro? »
Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. In questo libro-diario, Pietro e Luigi raccontano del piccolo coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio - che è anche un'amicizia - tra le Alpi.
Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta. « Avevamo raccolto pagine e pagine di appunti e analizzato decine di documenti, intervistato tanti esperti e ragionato sui temi enormi che il piccolo coleottero aveva portato alla luce, dalla gestione forestale del passato alla crisi climatica.
E ora? Ora bisognava attraversare davvero le Alpi, per guardare avanti. Non solo al destino delle peccete, sempre più fragili, ma a quello più ampio delle nostre montagne nei decenni che verranno. Il bostrico tipografo, scandagliato ormai da ogni punto di vista, ci stava urlando in faccia prepotentemente una sola, ultima, grande domanda finale: che foreste vogliamo, che montagna vogliamo, nel nostro futuro? »
A seguito della tempesta Vaia di fine 2018, una minaccia incombe sulle foreste del Nord-Est. Si tratta del bostrico tipografo, un coleottero che attacca la specie più diffusa e importante dei boschi alpini: l'abete rosso. L'insetto si è diffuso a macchia d'olio dopo il tremendo stress di quella notte, ma anche grazie all'inesorabile incedere del riscaldamento globale. Come ogni crisi, anche questa può nascondere opportunità.
Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. In questo libro-diario, Pietro e Luigi raccontano del piccolo coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio - che è anche un'amicizia - tra le Alpi.
Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta. « Avevamo raccolto pagine e pagine di appunti e analizzato decine di documenti, intervistato tanti esperti e ragionato sui temi enormi che il piccolo coleottero aveva portato alla luce, dalla gestione forestale del passato alla crisi climatica.
E ora? Ora bisognava attraversare davvero le Alpi, per guardare avanti. Non solo al destino delle peccete, sempre più fragili, ma a quello più ampio delle nostre montagne nei decenni che verranno. Il bostrico tipografo, scandagliato ormai da ogni punto di vista, ci stava urlando in faccia prepotentemente una sola, ultima, grande domanda finale: che foreste vogliamo, che montagna vogliamo, nel nostro futuro? »
Ci obbliga ad aprire gli occhi sulle conseguenze della crisi climatica, ci costringe a riflettere sul destino delle nostre montagne e ci spinge a rinsaldare un legame antico e imprescindibile, quello con il più grande e dimenticato dei tesori italiani: le foreste. In questo libro-diario, Pietro e Luigi raccontano del piccolo coleottero che li ha fatti incontrare e del loro viaggio - che è anche un'amicizia - tra le Alpi.
Due punti di vista diversi, uno antropologico e uno scientifico, dipanano la complessità e offrono una prospettiva nuova sul futuro di Uomini, Foreste e Insetti, protagonisti di questa avventura e della vita sul nostro pianeta. « Avevamo raccolto pagine e pagine di appunti e analizzato decine di documenti, intervistato tanti esperti e ragionato sui temi enormi che il piccolo coleottero aveva portato alla luce, dalla gestione forestale del passato alla crisi climatica.
E ora? Ora bisognava attraversare davvero le Alpi, per guardare avanti. Non solo al destino delle peccete, sempre più fragili, ma a quello più ampio delle nostre montagne nei decenni che verranno. Il bostrico tipografo, scandagliato ormai da ogni punto di vista, ci stava urlando in faccia prepotentemente una sola, ultima, grande domanda finale: che foreste vogliamo, che montagna vogliamo, nel nostro futuro? »



