Romanzo Giudiziario
Par :Formats :
Disponible dans votre compte client Decitre ou Furet du Nord dès validation de votre commande. Le format ePub protégé est :
- Compatible avec une lecture sur My Vivlio (smartphone, tablette, ordinateur)
- Compatible avec une lecture sur liseuses Vivlio
- Pour les liseuses autres que Vivlio, vous devez utiliser le logiciel Adobe Digital Edition. Non compatible avec la lecture sur les liseuses Kindle, Remarkable et Sony
- Non compatible avec un achat hors France métropolitaine
, qui est-ce ?Notre partenaire de plateforme de lecture numérique où vous retrouverez l'ensemble de vos ebooks gratuitement
Pour en savoir plus sur nos ebooks, consultez notre aide en ligne ici
- Nombre de pages347
- FormatePub
- ISBN978-88-99068-40-0
- EAN9788899068400
- Date de parution03/02/2016
- Protection num.Adobe DRM
- Taille782 Ko
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurCacucci Editore
Résumé
Un traffico d'armi clandestino e un giudizio per impugnativa di licenziamento. La trattativa Stato-mafia (che chissà se c'è stata oppure no) e l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori (che sicuramente non c'è più). Si può perdere il posto di lavoro senza una giusta causa? E per una giusta causa si può perdere il proprio futuro? Alla fine, chi vince e chi perde alla roulette della Giustizia?
Due avvocati e un giudice (anzi, una giudice) sono i protagonisti di un romanzo corale, denso e avvincente.
Tra cause di lavoro, indagini penali e procedimenti disciplinari; tra commissioni parlamentari, istituzioni della Repubblica e servizi segreti; tra giornalisti infidi, generali vanitosi e industriali spregiudicati; tra vite solari, vite infelici e vite blindate; tra amori, matrimoni e divorzi; la vicenda si snoda sino a un epilogo senza consolazione, ma anche senza rassegnazione.
Ora sul filo dell'attualità (Berlusconi, Prodi, il CSM), ora sul filo dei ricordi (il '68, gli anni di piombo, le stragi di mafia), le vite private e le professioni pubbliche dei protagonisti del romanzo si intrecciano con la storia passata e recente del nostro Paese.
E una causa di licenziamento diventa metafora dei vizi e delle virtù dell'Italia e degli italiani, con sullo sfondo Garibaldi, Hemingway, Che Guevara, Falcone e Borsellino. Su tutto, la Giustizia italiana. Con le sue lungaggini, le sue disfunzioni e le sue miserie. Ma anche con la sua vitalità, la sua dignità e la sua nobiltà. Com'è per davvero, insomma: né come teoricamente dovrebbe essere, né come vorremmo che fosse.
E una causa di licenziamento diventa metafora dei vizi e delle virtù dell'Italia e degli italiani, con sullo sfondo Garibaldi, Hemingway, Che Guevara, Falcone e Borsellino. Su tutto, la Giustizia italiana. Con le sue lungaggini, le sue disfunzioni e le sue miserie. Ma anche con la sua vitalità, la sua dignità e la sua nobiltà. Com'è per davvero, insomma: né come teoricamente dovrebbe essere, né come vorremmo che fosse.
Un traffico d'armi clandestino e un giudizio per impugnativa di licenziamento. La trattativa Stato-mafia (che chissà se c'è stata oppure no) e l'art.18 dello Statuto dei Lavoratori (che sicuramente non c'è più). Si può perdere il posto di lavoro senza una giusta causa? E per una giusta causa si può perdere il proprio futuro? Alla fine, chi vince e chi perde alla roulette della Giustizia?
Due avvocati e un giudice (anzi, una giudice) sono i protagonisti di un romanzo corale, denso e avvincente.
Tra cause di lavoro, indagini penali e procedimenti disciplinari; tra commissioni parlamentari, istituzioni della Repubblica e servizi segreti; tra giornalisti infidi, generali vanitosi e industriali spregiudicati; tra vite solari, vite infelici e vite blindate; tra amori, matrimoni e divorzi; la vicenda si snoda sino a un epilogo senza consolazione, ma anche senza rassegnazione.
Ora sul filo dell'attualità (Berlusconi, Prodi, il CSM), ora sul filo dei ricordi (il '68, gli anni di piombo, le stragi di mafia), le vite private e le professioni pubbliche dei protagonisti del romanzo si intrecciano con la storia passata e recente del nostro Paese.
E una causa di licenziamento diventa metafora dei vizi e delle virtù dell'Italia e degli italiani, con sullo sfondo Garibaldi, Hemingway, Che Guevara, Falcone e Borsellino. Su tutto, la Giustizia italiana. Con le sue lungaggini, le sue disfunzioni e le sue miserie. Ma anche con la sua vitalità, la sua dignità e la sua nobiltà. Com'è per davvero, insomma: né come teoricamente dovrebbe essere, né come vorremmo che fosse.
E una causa di licenziamento diventa metafora dei vizi e delle virtù dell'Italia e degli italiani, con sullo sfondo Garibaldi, Hemingway, Che Guevara, Falcone e Borsellino. Su tutto, la Giustizia italiana. Con le sue lungaggini, le sue disfunzioni e le sue miserie. Ma anche con la sua vitalità, la sua dignità e la sua nobiltà. Com'è per davvero, insomma: né come teoricamente dovrebbe essere, né come vorremmo che fosse.



