Progettare il disordine. Idee per la città del XXI secolo
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- FormatePub
- ISBN978-88-12-00923-7
- EAN9788812009237
- Date de parution24/02/2022
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille4 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurTreccani
Résumé
Urbanisti, privatizzazioni e sistemi di sorveglianza stanno assediando gli spazi pubblici urbani. Le nostre strade stanno diventando sempre piu` simili tra loro mentre la vita, il carattere e la diversita` vengono espulsi dalle citta`. Che fare? E` possibile concepire la sfera pubblica come uno spazio flessibile che si adatta ai tempi? Si puo` progettare il disordine. Cinquant'anni fa Richard Sennett scrisse la sua opera rivoluzionaria, Usi del disordine, in cui sosteneva che l'ideale di una citta` pianificata e ordinata fosse imperfetto, producendo un ambiente urbano fragile e restrittivo.
Oggi torna sulla stessa idea e, insieme all'attivista e architetto Pablo Sendra, immagina il design e l'etica della "citta` aperta", alternativa: una proposta provocatoria per una riorganizzazione del modo in cui pensiamo e progettiamo la vita nei contesti urbani. Quelle che gli autori chiamano "infrastrutture per il disordine" combinano architettura, politica, urbanistica e attivismo al fine di creare luoghi che alimentano piuttosto che soffocare, uniscono piuttosto che dividere, sono disposti al cambiamento piuttosto che bloccati nell'immobilismo.
Questo testo e` un manifesto radicale e trasformativo per il futuro delle citta` del XXI secolo.
Oggi torna sulla stessa idea e, insieme all'attivista e architetto Pablo Sendra, immagina il design e l'etica della "citta` aperta", alternativa: una proposta provocatoria per una riorganizzazione del modo in cui pensiamo e progettiamo la vita nei contesti urbani. Quelle che gli autori chiamano "infrastrutture per il disordine" combinano architettura, politica, urbanistica e attivismo al fine di creare luoghi che alimentano piuttosto che soffocare, uniscono piuttosto che dividere, sono disposti al cambiamento piuttosto che bloccati nell'immobilismo.
Questo testo e` un manifesto radicale e trasformativo per il futuro delle citta` del XXI secolo.
Urbanisti, privatizzazioni e sistemi di sorveglianza stanno assediando gli spazi pubblici urbani. Le nostre strade stanno diventando sempre piu` simili tra loro mentre la vita, il carattere e la diversita` vengono espulsi dalle citta`. Che fare? E` possibile concepire la sfera pubblica come uno spazio flessibile che si adatta ai tempi? Si puo` progettare il disordine. Cinquant'anni fa Richard Sennett scrisse la sua opera rivoluzionaria, Usi del disordine, in cui sosteneva che l'ideale di una citta` pianificata e ordinata fosse imperfetto, producendo un ambiente urbano fragile e restrittivo.
Oggi torna sulla stessa idea e, insieme all'attivista e architetto Pablo Sendra, immagina il design e l'etica della "citta` aperta", alternativa: una proposta provocatoria per una riorganizzazione del modo in cui pensiamo e progettiamo la vita nei contesti urbani. Quelle che gli autori chiamano "infrastrutture per il disordine" combinano architettura, politica, urbanistica e attivismo al fine di creare luoghi che alimentano piuttosto che soffocare, uniscono piuttosto che dividere, sono disposti al cambiamento piuttosto che bloccati nell'immobilismo.
Questo testo e` un manifesto radicale e trasformativo per il futuro delle citta` del XXI secolo.
Oggi torna sulla stessa idea e, insieme all'attivista e architetto Pablo Sendra, immagina il design e l'etica della "citta` aperta", alternativa: una proposta provocatoria per una riorganizzazione del modo in cui pensiamo e progettiamo la vita nei contesti urbani. Quelle che gli autori chiamano "infrastrutture per il disordine" combinano architettura, politica, urbanistica e attivismo al fine di creare luoghi che alimentano piuttosto che soffocare, uniscono piuttosto che dividere, sono disposti al cambiamento piuttosto che bloccati nell'immobilismo.
Questo testo e` un manifesto radicale e trasformativo per il futuro delle citta` del XXI secolo.