Pier Luigi Nervi in Africa. Evoluzione e dissoluzione dello Studio Nervi 1964-1980
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- FormatPDF
- ISBN978-88-229-1226-8
- EAN9788822912268
- Date de parution09/06/2021
- Protection num.Adobe DRM
- Taille10 Mo
- Infos supplémentairespdf
- ÉditeurQuodlibet
Résumé
Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del XX secolo, l'Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi
- diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio - sviluppa una fitta
rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento
del gruppo in quasi quaranta progetti.
Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d'Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica - ormai in fisiologico esaurimento - dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall'autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale.
Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre. Grazie a un'approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l'attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche.
Emerge così in controluce l'intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l'identità postcoloniale del grande continente. Come scrive Ana Tostões nell'introduzione, « oggi abbiamo la consapevolezza di dover includere l'Africa tra le geografie dei nostri sforzi per raggiungere una comprensione globale della "diaspora moderna" ».
Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d'Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica - ormai in fisiologico esaurimento - dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall'autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale.
Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre. Grazie a un'approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l'attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche.
Emerge così in controluce l'intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l'identità postcoloniale del grande continente. Come scrive Ana Tostões nell'introduzione, « oggi abbiamo la consapevolezza di dover includere l'Africa tra le geografie dei nostri sforzi per raggiungere una comprensione globale della "diaspora moderna" ».
Nelle molte storie finora scritte su Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del XX secolo, l'Africa è rimasta un contesto totalmente inesplorato. Eppure, tra il 1964 e il 1980 lo Studio Nervi
- diretto insieme ai figli Antonio, Mario e Vittorio - sviluppa una fitta
rete di contatti in questo continente, che portano al coinvolgimento
del gruppo in quasi quaranta progetti.
Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d'Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica - ormai in fisiologico esaurimento - dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall'autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale.
Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre. Grazie a un'approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l'attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche.
Emerge così in controluce l'intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l'identità postcoloniale del grande continente. Come scrive Ana Tostões nell'introduzione, « oggi abbiamo la consapevolezza di dover includere l'Africa tra le geografie dei nostri sforzi per raggiungere una comprensione globale della "diaspora moderna" ».
Vi sono edifici costruiti (tra i più significativi, il Good Hope Centre a Cape Town, la sede della Banque Africaine de Développement ad Abidjan e la cappella presidenziale di Yamoussoukro), ma anche tante iniziative che, seppur rimaste sulla carta, svelano un sorprendente mosaico di relazioni con i committenti più disparati, in Sudafrica, Costa d'Avorio, Libia, Congo, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Tanzania e Algeria. Le vicende delle opere africane gettano inoltre luce sul sofferto passaggio dalla fase epica - ormai in fisiologico esaurimento - dello Studio Nervi a quella contrassegnata dall'autonomia manageriale ed espressiva dei figli, sullo sfondo di una profonda trasformazione della pratica professionale.
Un passaggio che avrebbe potuto, forse, traghettare lo Studio verso nuovi orizzonti, ma che rimase un sentiero interrotto, per la prematura morte del primogenito Antonio nel 1979, sei mesi dopo il padre. Grazie a un'approfondita ricerca archivistica e a indagini sul campo, il presente volume può illustrare, per la prima volta in maniera organica, l'attività dello Studio Nervi in Africa, analizzandola attraverso diverse lenti storiografiche.
Emerge così in controluce l'intreccio di rapporti professionali, politici, economici e culturali tra Italia e Africa, nel momento in cui si ridefinisce l'identità postcoloniale del grande continente. Come scrive Ana Tostões nell'introduzione, « oggi abbiamo la consapevolezza di dover includere l'Africa tra le geografie dei nostri sforzi per raggiungere una comprensione globale della "diaspora moderna" ».