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Secondo l'FBI era "il più crudele dei Padrini di Cosa Nostra, responsabile di almeno 101 omicidi". Secondo Dori Ghezzi e Tony Renis era invece "un uomo adorabile, il più affidabile dei consiglieri". Per tutti, amici e detrattori, comunque era un formidabile esperto di musica, di produzioni discografiche italoamericane, di marketing internazionale. Lui, il gangster Joe Adonis, rispedito in Italia dalle autorità americane assieme a Lucky Luciano, ha lasciato tracce importanti nel mondo della canzone: primo sponsor di Frank Sinatra, finanziatore di Mina, patrocinatore di decine di artisti da Nini Rosso ad Augusto Martelli, fu corteggiato dagli organizzatori del Festival di Sanremo, dai dirigenti Rai, dai più importanti manager del disco e delle edizioni musicali.È una delle storie esclusive, narrate attraverso testimonianze e documenti eccezionali, in questo libro dossier che per la prima volta mette a nudo nei dettagli, con nomi prestigiosi e confessioni strabilianti, il panorama delle Settenote rivelando le connivenze con la criminalità organizzata e le incursioni degli apparati di informazione e sicurezza.
Scopriamo così che a seguire le prime mosse di pionieri nostrani del rock come Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Ghigo, Clem Sacco c'era uno 007 importante, con eroici trascorsi nella campagna di liberazione italiana. Apprendiamo che il leggendario Piper Club oltre ad essere tra gli anni Sessanta e Settanta il locale più alla moda dello Stivale, passerella dei vip, tana dei capelloni inglesi e americani, era anche un crocevia di spie.
Così come ogni locale notturno dal dopoguerra è stato ritrovo di temibili banditi e assieme palestra di straordinari artisti: da Renato Carosone a Fred Buscaglione, da Bruno Martino a Fred Bongusto, da Sergio Endrigo a Lucio Battisti. Prefazione di Maurizio Costanzo.