Muoversi in uno spazio stretto. Verso una nuova mobilità

Par : Federico Parolotto
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  • FormatPDF
  • ISBN978-88-229-1360-9
  • EAN9788822913609
  • Date de parution23/12/2022
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille684 Ko
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurQuodlibet

Résumé

« Non c'è più tempo per riconfigurare le ampie porzioni di territorio che si sono sviluppate in modo disperso. In Occidente i tempi delle grandi trasformazioni legate all'esplosione demografica e alla crescita economica sono terminati. In questi territori occorre modificare le infrastrutture, despecializzarle e creare un sistema di reti per la micromobilità ». La rincorsa all'accelerazione, costantemente evocata da progetti quali i treni Hyperloop lanciati dentro tubi pressurizzati, continua a sedurci ancora oggi.
Animazioni 3d ci invitano a immaginare un mondo in cui, grazie a tecnologie futuribili, potremo percorrere in tempi sempre più ridotti distanze sempre più ampie - il tutto coordinato da ambienti digitali. Il nostro continuo consumo di spazio attraverso la compressione del tempo non è più tollerabile, come sostiene il noto professore di sviluppo sostenibile John Whitelegg. I consumi energetici e di materiali necessari a garantire la mobilità di persone e cose hanno contribuito e stanno contribuendo ad aggravare le varie crisi che affliggono il pianeta, dalla perdita di biodiversità alle emissioni di gas nocivi. Muoverci sempre più spesso e sempre più velocemente, cioè, non solo va nella direzione opposta a quella tracciata dalla transizione ecologica, ma negli ultimi decenni ha determinato - soprattutto a causa dell'automobile - un crescente sviluppo dello sprawl, con una conseguente perdita della relazione di prossimità, contribuendo a sviluppare una progressiva atomizzazione sociale.
Ecco perché dobbiamo radicalmente cambiare il modo in cui ci spostiamo; ed è in questo senso che il presente volume, fornendo alcuni tangibili esempi di trasformazione (Mosca, Parigi, Milano, Barcellona), cerca di delineare le coordinate utili a orientarci nella grande trasformazione della mobilità contemporanea. Le nuove forme di mobilità devono infatti diventare una struttura centrale delle nostre città densamente popolate, ma anche dei territori urbanizzati a bassa densità.
Ed è una sfida che possiamo e dobbiamo vincere - collettivamente.
« Non c'è più tempo per riconfigurare le ampie porzioni di territorio che si sono sviluppate in modo disperso. In Occidente i tempi delle grandi trasformazioni legate all'esplosione demografica e alla crescita economica sono terminati. In questi territori occorre modificare le infrastrutture, despecializzarle e creare un sistema di reti per la micromobilità ». La rincorsa all'accelerazione, costantemente evocata da progetti quali i treni Hyperloop lanciati dentro tubi pressurizzati, continua a sedurci ancora oggi.
Animazioni 3d ci invitano a immaginare un mondo in cui, grazie a tecnologie futuribili, potremo percorrere in tempi sempre più ridotti distanze sempre più ampie - il tutto coordinato da ambienti digitali. Il nostro continuo consumo di spazio attraverso la compressione del tempo non è più tollerabile, come sostiene il noto professore di sviluppo sostenibile John Whitelegg. I consumi energetici e di materiali necessari a garantire la mobilità di persone e cose hanno contribuito e stanno contribuendo ad aggravare le varie crisi che affliggono il pianeta, dalla perdita di biodiversità alle emissioni di gas nocivi. Muoverci sempre più spesso e sempre più velocemente, cioè, non solo va nella direzione opposta a quella tracciata dalla transizione ecologica, ma negli ultimi decenni ha determinato - soprattutto a causa dell'automobile - un crescente sviluppo dello sprawl, con una conseguente perdita della relazione di prossimità, contribuendo a sviluppare una progressiva atomizzazione sociale.
Ecco perché dobbiamo radicalmente cambiare il modo in cui ci spostiamo; ed è in questo senso che il presente volume, fornendo alcuni tangibili esempi di trasformazione (Mosca, Parigi, Milano, Barcellona), cerca di delineare le coordinate utili a orientarci nella grande trasformazione della mobilità contemporanea. Le nuove forme di mobilità devono infatti diventare una struttura centrale delle nostre città densamente popolate, ma anche dei territori urbanizzati a bassa densità.
Ed è una sfida che possiamo e dobbiamo vincere - collettivamente.