Lucio Emilio Paolo. La conquista del Mediterraneo
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- FormatePub
- ISBN1255011736
- EAN9791255011736
- Date de parution29/04/2023
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille7 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurPelago
Résumé
Con la vittoria di Pidna nel 168 a. C. che pose fine alla monarchia macedone, e la distruzione di Cartagine nel 146 a. C., i Romani avevano ottenuto il dominio incontrastato su quasi tutto il mondo abitato all'epoca noto. Cambiò l'esercizio del potere: al rispetto per i vinti si sostituì quella che Catone il Censore chiamò « tracotanza, arroganza e prepotenza ». I Paesi conquistati divennero terreno di spoliazioni e ruberie nei confronti dei popoli sottomessi; il governo delle province si trasformò in un'occasione di arricchimento personale, mentre la povertà si accrebbe tra i contadini-soldati.
Per effetto di questo capovolgimento di valori, il divario tra l'aristocrazia e la plebe andò approfondendosi, e il sistema politico romano assunse caratteristiche spiccatamente oligarchiche. La situazione divenne incandescente quando nel 133 a. C. Tiberio Gracco propose la famosa legge che redistribuiva le terre pubbliche privilegiando i poveri: la riforma finì nel sangue ed ebbe inizio il processo che avrebbe portato alla dissoluzione delle istituzioni repubblicane.
Per effetto di questo capovolgimento di valori, il divario tra l'aristocrazia e la plebe andò approfondendosi, e il sistema politico romano assunse caratteristiche spiccatamente oligarchiche. La situazione divenne incandescente quando nel 133 a. C. Tiberio Gracco propose la famosa legge che redistribuiva le terre pubbliche privilegiando i poveri: la riforma finì nel sangue ed ebbe inizio il processo che avrebbe portato alla dissoluzione delle istituzioni repubblicane.
Con la vittoria di Pidna nel 168 a. C. che pose fine alla monarchia macedone, e la distruzione di Cartagine nel 146 a. C., i Romani avevano ottenuto il dominio incontrastato su quasi tutto il mondo abitato all'epoca noto. Cambiò l'esercizio del potere: al rispetto per i vinti si sostituì quella che Catone il Censore chiamò « tracotanza, arroganza e prepotenza ». I Paesi conquistati divennero terreno di spoliazioni e ruberie nei confronti dei popoli sottomessi; il governo delle province si trasformò in un'occasione di arricchimento personale, mentre la povertà si accrebbe tra i contadini-soldati.
Per effetto di questo capovolgimento di valori, il divario tra l'aristocrazia e la plebe andò approfondendosi, e il sistema politico romano assunse caratteristiche spiccatamente oligarchiche. La situazione divenne incandescente quando nel 133 a. C. Tiberio Gracco propose la famosa legge che redistribuiva le terre pubbliche privilegiando i poveri: la riforma finì nel sangue ed ebbe inizio il processo che avrebbe portato alla dissoluzione delle istituzioni repubblicane.
Per effetto di questo capovolgimento di valori, il divario tra l'aristocrazia e la plebe andò approfondendosi, e il sistema politico romano assunse caratteristiche spiccatamente oligarchiche. La situazione divenne incandescente quando nel 133 a. C. Tiberio Gracco propose la famosa legge che redistribuiva le terre pubbliche privilegiando i poveri: la riforma finì nel sangue ed ebbe inizio il processo che avrebbe portato alla dissoluzione delle istituzioni repubblicane.