Siamo abituati a pensare alla casa come a un luogo di ritiro e riposo, di separazione dal mondo; a uno spazio di reclusione in cui per secoli il patriarcato ha creato e istituzionalizzato i compiti destinati al maschile e al femminile. Nello Spazio della casa Mona Chollet ci invita a ribaltare questa prospettiva: a fare delle nostre abitazioni degli spazi di libertà e liberazione. Degli spazi politici, femministi, rivoluzionari.
Degli spazi collettivi.
Negli ultimi decenni, nelle grandi città, avere un tetto sulla testa è sempre più complesso. Le cicliche impennate del prezzo d'immobili e affitti hanno ormai offuscato l'idea stessa di diritto all'abitazione, facendo così perdere valore a tutto il suo immaginario e potenziale sociale. È da qui, da quell'immaginario perduto, che comincia l'analisi di Chollet per ripensare e rinvigorire il concetto di casa: dalle meditazioni assorte di Oblomov alle architetture popolari del Rural Studio, dalla saggezza giapponese al movimento femminista che ha decostruito il mito della donna come « angelo del focolare », quest'opera esplora lo spazio domestico in tutte le sue declinazioni e in tutte le sue possibili letture e problematicità.
Cosa significa avere una proprietà? È giusto che il possesso implichi dei ruoli definiti? Esiste ancora differenza tra pubblico e privato? Possiamo immaginare un'utopia anche all'interno di quattro mura?
Lo spazio della casa ci invita a riflettere su come « abitare » non sia solo accasciarsi sul divano dopo il lavoro in un posto freddo e inospitale, ma possa diventare la creazione di un'isola di senso in mezzo al caos della nostra esistenza.
Un modo per ritrovare noi stessi in un porto sicuro, in cui far riposare e crescere le idee, i desideri e i ricordi di una vita intera.
Siamo abituati a pensare alla casa come a un luogo di ritiro e riposo, di separazione dal mondo; a uno spazio di reclusione in cui per secoli il patriarcato ha creato e istituzionalizzato i compiti destinati al maschile e al femminile. Nello Spazio della casa Mona Chollet ci invita a ribaltare questa prospettiva: a fare delle nostre abitazioni degli spazi di libertà e liberazione. Degli spazi politici, femministi, rivoluzionari.
Degli spazi collettivi.
Negli ultimi decenni, nelle grandi città, avere un tetto sulla testa è sempre più complesso. Le cicliche impennate del prezzo d'immobili e affitti hanno ormai offuscato l'idea stessa di diritto all'abitazione, facendo così perdere valore a tutto il suo immaginario e potenziale sociale. È da qui, da quell'immaginario perduto, che comincia l'analisi di Chollet per ripensare e rinvigorire il concetto di casa: dalle meditazioni assorte di Oblomov alle architetture popolari del Rural Studio, dalla saggezza giapponese al movimento femminista che ha decostruito il mito della donna come « angelo del focolare », quest'opera esplora lo spazio domestico in tutte le sue declinazioni e in tutte le sue possibili letture e problematicità.
Cosa significa avere una proprietà? È giusto che il possesso implichi dei ruoli definiti? Esiste ancora differenza tra pubblico e privato? Possiamo immaginare un'utopia anche all'interno di quattro mura?
Lo spazio della casa ci invita a riflettere su come « abitare » non sia solo accasciarsi sul divano dopo il lavoro in un posto freddo e inospitale, ma possa diventare la creazione di un'isola di senso in mezzo al caos della nostra esistenza.
Un modo per ritrovare noi stessi in un porto sicuro, in cui far riposare e crescere le idee, i desideri e i ricordi di una vita intera.