Libertà economiche e diritti dei lavoratori. Il contrasto al lavoro "non dichiarato" nella legislazione internazionale, europea e nei trattati commerciali. Quaderni dell'Osservatorio sul lavoro sommerso, n.2

Par : Vincenzo Ferrante
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  • Nombre de pages100
  • FormatPDF
  • ISBN978-88-343-4329-6
  • EAN9788834343296
  • Date de parution19/11/2020
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille450 Ko
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurVita e pensiero

Résumé

Sebbene siano sostanzialmente gli interessi economici a dettare l'agenda degli stati e delle istituzioni sovrannazionali, negli ultimi anni il tema del lavoro "sommerso" è tornato al centro dell'attenzione, come fattore che altera il corretto funzionamento del mercato del lavoro, che impedisce un'azione mirata di contrasto alla povertà e che sottrae risorse al sistema fiscale e all'apparato previdenziale. L'istituzione nel 2019 di un'Autorità Europea del Lavoro va in questa stessa direzione e promette non solo di rendere più trasparenti le operazioni di appalto o di distacco transnazionale, ma anche di segnare una svolta nell'azione di contrasto all'economia "informale" in tutti i paesi europei.
Non si tratta di una iniziativa isolata, poiché sempre più spesso i trattati internazionali e le stesse legislazioni nazionali più avanzate contengono norme dirette a ostacolare la circolazione di quei beni, che siano stati prodotti grazie a condizioni inumane di lavoro.
Sebbene siano sostanzialmente gli interessi economici a dettare l'agenda degli stati e delle istituzioni sovrannazionali, negli ultimi anni il tema del lavoro "sommerso" è tornato al centro dell'attenzione, come fattore che altera il corretto funzionamento del mercato del lavoro, che impedisce un'azione mirata di contrasto alla povertà e che sottrae risorse al sistema fiscale e all'apparato previdenziale. L'istituzione nel 2019 di un'Autorità Europea del Lavoro va in questa stessa direzione e promette non solo di rendere più trasparenti le operazioni di appalto o di distacco transnazionale, ma anche di segnare una svolta nell'azione di contrasto all'economia "informale" in tutti i paesi europei.
Non si tratta di una iniziativa isolata, poiché sempre più spesso i trattati internazionali e le stesse legislazioni nazionali più avanzate contengono norme dirette a ostacolare la circolazione di quei beni, che siano stati prodotti grazie a condizioni inumane di lavoro.