L'Italia di tutti. Per una nuova politica dei beni comuni

Par : Andrea Rapaccini, Johnny Dotti
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  • Nombre de pages160
  • FormatePub
  • ISBN978-88-343-3483-6
  • EAN9788834334836
  • Date de parution11/04/2019
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille2 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurVita e pensiero

Résumé

Acqua, energia, trasporti, scuola, salute, monu­menti, paesaggio, ambiente: l'Italia di tutti è fat­ta di questi e altri 'beni comuni'. Beni essenziali per la qualità della vita dei cittadini, a cui sono destinati. Beni che vanno sottratti a due opposte dissipazioni: quella di uno Stato inefficiente, inde­bitato e incapace di rinnovarsi; ma anche quella di un Mercato speculativo, insaziabile e iniquo.
Urge, come spesso si dice, un cambiamento di paradigma, che superi entrambi i modelli, oggi non più sostenibili. I beni comuni sono il terreno privilegiato di un mutamento di rotta che abbia come stella polare i legami sociali e la loro te­nuta. In questa prospettiva il pubblico assume la funzione di istanza regolatrice - non sostitutiva - del privato, che dovrebbe a sua volta generare ricchezza sostenibile ed equamente condivisa tra tutti i soggetti del sistema (famiglie, associazioni, imprese, cooperative, reti di territorio). Questa vi­sione complessiva - delineata nella prima parte del saggio di Johnny Dotti e Andrea Rapaccini - non appartiene al regno della teoria astratta e velleitaria, ma è già concretamente praticata in molte esperienze di successo, che hanno creato valore non solo in termini economici ma anche sociali e antropologici.
Un'alternativa è realmen­te possibile. Ma perché i beni comuni possano co­stituire un varco verso il futuro di tutto il sistema, sono indispensabili scelte politiche che orientino la gestione della cosa comune in una logica più inclusiva e innovativa. Il libro traccia questa pro­mettente rotta, aiutando a immaginare concrete forme di governance, strumenti finanziari, model­li manageriali e assetti normativi che diano corpo alle sempre più pressanti attese di cambiamento.
Acqua, energia, trasporti, scuola, salute, monu­menti, paesaggio, ambiente: l'Italia di tutti è fat­ta di questi e altri 'beni comuni'. Beni essenziali per la qualità della vita dei cittadini, a cui sono destinati. Beni che vanno sottratti a due opposte dissipazioni: quella di uno Stato inefficiente, inde­bitato e incapace di rinnovarsi; ma anche quella di un Mercato speculativo, insaziabile e iniquo.
Urge, come spesso si dice, un cambiamento di paradigma, che superi entrambi i modelli, oggi non più sostenibili. I beni comuni sono il terreno privilegiato di un mutamento di rotta che abbia come stella polare i legami sociali e la loro te­nuta. In questa prospettiva il pubblico assume la funzione di istanza regolatrice - non sostitutiva - del privato, che dovrebbe a sua volta generare ricchezza sostenibile ed equamente condivisa tra tutti i soggetti del sistema (famiglie, associazioni, imprese, cooperative, reti di territorio). Questa vi­sione complessiva - delineata nella prima parte del saggio di Johnny Dotti e Andrea Rapaccini - non appartiene al regno della teoria astratta e velleitaria, ma è già concretamente praticata in molte esperienze di successo, che hanno creato valore non solo in termini economici ma anche sociali e antropologici.
Un'alternativa è realmen­te possibile. Ma perché i beni comuni possano co­stituire un varco verso il futuro di tutto il sistema, sono indispensabili scelte politiche che orientino la gestione della cosa comune in una logica più inclusiva e innovativa. Il libro traccia questa pro­mettente rotta, aiutando a immaginare concrete forme di governance, strumenti finanziari, model­li manageriali e assetti normativi che diano corpo alle sempre più pressanti attese di cambiamento.