L'epos impossibile. Il mito di Enea nel Novecento

Par : Laura Vallortigara
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  • FormatPDF
  • ISBN978-88-229-1341-8
  • EAN9788822913418
  • Date de parution20/07/2022
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille2 Mo
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurQuodlibet

Résumé

« Virgilio è, oggi, ancora abbastanza vivo per portare il peso del nostro destino? », si chiedeva Maurice Blanchot. Si potrebbe estendere l'interrogativo anche al suo personaggio più famoso: depositato nelle pieghe della memoria, collettiva e individuale, il mito di Enea ha occupato anche nel Novecento un posto di straordinario rilievo nell'immaginario dell'Occidente. Negli anni tormentati tra le due guerre molti intellettuali, tra cui Eliot, Curtius e Broch, individuarono in Virgilio una centralità e una solidità da contrapporre al dilagante caos che portò all'avvento dei fascismi.
Dopo la guerra poeti come Giorgio Caproni e Giuseppe Ungaretti restituirono senso e significato alla tradizione classica e in particolare all'eredità virgiliana, deformata e strumentalizzata dalla retorica del regime. Questo studio si sofferma inoltre sulle narrazioni e le infinite metamorfosi del personaggio di Enea nella letteratura del Novecento: tra abbassamenti parodici e inversioni di segno, Carlo Emilio Gadda, Luigi Malerba, Giuliano Gramigna e Sebastiano Vassalli restituiscono voce a un personaggio che fa dell'empietà la sua cifra distintiva.
E oggi? Svaniti i compagni, perduto il padre, nelle rielaborazioni contemporanee Enea non è più l'eroe dal destino luminoso, ma l'uomo in fuga dalle troppe guerre che affliggono il presente: lo sconfitto, l'esule che affronta con disperazione il mare, esposto a nuovi drammatici naufragi. L'eroe ha dunque ancora molto da dirci.
« Virgilio è, oggi, ancora abbastanza vivo per portare il peso del nostro destino? », si chiedeva Maurice Blanchot. Si potrebbe estendere l'interrogativo anche al suo personaggio più famoso: depositato nelle pieghe della memoria, collettiva e individuale, il mito di Enea ha occupato anche nel Novecento un posto di straordinario rilievo nell'immaginario dell'Occidente. Negli anni tormentati tra le due guerre molti intellettuali, tra cui Eliot, Curtius e Broch, individuarono in Virgilio una centralità e una solidità da contrapporre al dilagante caos che portò all'avvento dei fascismi.
Dopo la guerra poeti come Giorgio Caproni e Giuseppe Ungaretti restituirono senso e significato alla tradizione classica e in particolare all'eredità virgiliana, deformata e strumentalizzata dalla retorica del regime. Questo studio si sofferma inoltre sulle narrazioni e le infinite metamorfosi del personaggio di Enea nella letteratura del Novecento: tra abbassamenti parodici e inversioni di segno, Carlo Emilio Gadda, Luigi Malerba, Giuliano Gramigna e Sebastiano Vassalli restituiscono voce a un personaggio che fa dell'empietà la sua cifra distintiva.
E oggi? Svaniti i compagni, perduto il padre, nelle rielaborazioni contemporanee Enea non è più l'eroe dal destino luminoso, ma l'uomo in fuga dalle troppe guerre che affliggono il presente: lo sconfitto, l'esule che affronta con disperazione il mare, esposto a nuovi drammatici naufragi. L'eroe ha dunque ancora molto da dirci.