Ingegneri di anime

Par : Frank Westerman, Franco Paris
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  • FormatePub
  • ISBN978-88-7091-997-4
  • EAN9788870919974
  • Date de parution17/02/2020
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille1 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurIperborea

Résumé

Il 26 ottobre 1932 Stalin si presenta a una riunione di scrittori a casa di Maksim Gor'kij. « I nostri carri armati non valgono niente », dice, « se le anime che devono guidarli sono di argilla. » Spetta agli scrittori, « ingegneri di anime », forgiare l'uomo nuovo sovietico. Nasce così l'estetica proletaria della costruzione e della produzione, utile per celebrare quelle colossali opere idraulico-ingegneristiche dei primi piani quinquennali che, grazie al lavoro forzato dei Gulag, stanno domando la « nemica » natura del territorio sovietico: deviazioni di alvei fluviali, migliaia di chilometri di canali, impianti di desalinizzazione dell'acqua di mare.
Dalla lettura di un libro di Konstantin Paustovskij del 1932 sulla « eliminazione dei deserti » prende le mosse il viaggio narrato in Ingegneri di anime, che porta Frank Westerman, giornalista d'inchiesta con studi di ingegneria agraria alle spalle, dalle rovine industriali del golfo di Kara-Bogaz fino al canale Belomor, il progetto che il collettivo di scrittori guidato da Gor'kij fu chiamato a cantare come « storiografia istantanea del socialismo ».
Un viaggio concreto, quello di Westerman, che si intreccia con l'esplorazione della vita e delle opere di chi, tra dubbi, debolezze e scetticismo, dedicò penna e capacità espressive al rafforzamento dell'URSS postrivoluzionaria. Concentrandosi non sui grandi dissidenti ma sui « più o meno accomodanti », come lo stesso Paustovskij, o il tormentato Platonov, o il grande Pil'njak morto in un Gulag dopo alterne vicende, Westerman ricostruisce con accenti personali il rapporto tra potere e artisti, e il loro sofferto sforzo di trovare uno spazio possibile tra diktat e ispirazione.
Il 26 ottobre 1932 Stalin si presenta a una riunione di scrittori a casa di Maksim Gor'kij. « I nostri carri armati non valgono niente », dice, « se le anime che devono guidarli sono di argilla. » Spetta agli scrittori, « ingegneri di anime », forgiare l'uomo nuovo sovietico. Nasce così l'estetica proletaria della costruzione e della produzione, utile per celebrare quelle colossali opere idraulico-ingegneristiche dei primi piani quinquennali che, grazie al lavoro forzato dei Gulag, stanno domando la « nemica » natura del territorio sovietico: deviazioni di alvei fluviali, migliaia di chilometri di canali, impianti di desalinizzazione dell'acqua di mare.
Dalla lettura di un libro di Konstantin Paustovskij del 1932 sulla « eliminazione dei deserti » prende le mosse il viaggio narrato in Ingegneri di anime, che porta Frank Westerman, giornalista d'inchiesta con studi di ingegneria agraria alle spalle, dalle rovine industriali del golfo di Kara-Bogaz fino al canale Belomor, il progetto che il collettivo di scrittori guidato da Gor'kij fu chiamato a cantare come « storiografia istantanea del socialismo ».
Un viaggio concreto, quello di Westerman, che si intreccia con l'esplorazione della vita e delle opere di chi, tra dubbi, debolezze e scetticismo, dedicò penna e capacità espressive al rafforzamento dell'URSS postrivoluzionaria. Concentrandosi non sui grandi dissidenti ma sui « più o meno accomodanti », come lo stesso Paustovskij, o il tormentato Platonov, o il grande Pil'njak morto in un Gulag dopo alterne vicende, Westerman ricostruisce con accenti personali il rapporto tra potere e artisti, e il loro sofferto sforzo di trovare uno spazio possibile tra diktat e ispirazione.
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