Il mondo non è più un giardino. Verso una nuova estetica tra qualità del paesaggio e ragioni dell'ambiente
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- FormatPDF
- ISBN978-88-229-1276-3
- EAN9788822912763
- Date de parution20/12/2021
- Protection num.Adobe DRM
- Taille9 Mo
- Infos supplémentairespdf
- ÉditeurQuodlibet
Résumé
Il volume indaga le condizioni per le quali - a partire dall'invenzione dell'idea di "Natura Selvaggia" nel XVIII secolo - nel mondo occidentale contemporaneo si sia perso un approccio empatico nei confronti degli spazi
naturali. Tale condizione ha veicolato la sottomissione di questi ultimi a
ragioni che hanno alterato il nostro rapporto con essi, a vantaggio di uno
sviluppo produttivo scisso dall'idea di natura e, nella maggior parte dei casi,
distruttivo nei suoi confronti.
In opposizione a tale approcio, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del movimento ecologista negli Stati Uniti d'America e nel Nord Europa tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azioni-reazioni che nel tempo si sono succedute sottolineano le differenze tra il mondo anglosassone e quello continentale rispetto all'idea di "natura". Se il primo ha saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, più eterogeneo è apparso l'approccio del secondo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt'ora ad argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico e stabilire sinergie tra lo studio e la risoluzione di problematiche legate all'ambiente.
In opposizione a tale approcio, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del movimento ecologista negli Stati Uniti d'America e nel Nord Europa tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azioni-reazioni che nel tempo si sono succedute sottolineano le differenze tra il mondo anglosassone e quello continentale rispetto all'idea di "natura". Se il primo ha saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, più eterogeneo è apparso l'approccio del secondo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt'ora ad argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico e stabilire sinergie tra lo studio e la risoluzione di problematiche legate all'ambiente.
Il volume indaga le condizioni per le quali - a partire dall'invenzione dell'idea di "Natura Selvaggia" nel XVIII secolo - nel mondo occidentale contemporaneo si sia perso un approccio empatico nei confronti degli spazi
naturali. Tale condizione ha veicolato la sottomissione di questi ultimi a
ragioni che hanno alterato il nostro rapporto con essi, a vantaggio di uno
sviluppo produttivo scisso dall'idea di natura e, nella maggior parte dei casi,
distruttivo nei suoi confronti.
In opposizione a tale approcio, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del movimento ecologista negli Stati Uniti d'America e nel Nord Europa tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azioni-reazioni che nel tempo si sono succedute sottolineano le differenze tra il mondo anglosassone e quello continentale rispetto all'idea di "natura". Se il primo ha saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, più eterogeneo è apparso l'approccio del secondo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt'ora ad argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico e stabilire sinergie tra lo studio e la risoluzione di problematiche legate all'ambiente.
In opposizione a tale approcio, si è parallelamente sviluppato un pensiero che ha portato alla nascita del movimento ecologista negli Stati Uniti d'America e nel Nord Europa tra la fine del XIX e la metà del XX secolo. Le azioni-reazioni che nel tempo si sono succedute sottolineano le differenze tra il mondo anglosassone e quello continentale rispetto all'idea di "natura". Se il primo ha saputo efficacemente organizzare un pensiero accademico che ha esplorato lo strumento del progetto di paesaggio quale possibilità di lettura e riequilibrio delle problematiche ambientali, più eterogeneo è apparso l'approccio del secondo che, con differenze tra mondo nordico e mondo mediterraneo, fatica tutt'ora ad argomentare con risoluzione un pensiero del progetto di paesaggio, capace di riattualizzare ruoli e contenuto estetico e stabilire sinergie tra lo studio e la risoluzione di problematiche legate all'ambiente.