I tesori dell'archeologia. Piccole e grandi scoperte

Par : Jean-Paul Demoule, Irène Bouslama, Lucia Visonà
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  • FormatePub
  • ISBN978-88-6102-782-4
  • EAN9788861027824
  • Date de parution30/05/2022
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille3 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurLEG Edizioni

Résumé

Dal monumentale Cratere di Vix al Disco di Nebra - la più antica mappa del cielo a noi pervenuta -, passando per i primi templi dell'umanità in Turchia o per i tunnel sotterranei traboccanti di offerte a Teotihuacan, mai come negli ultimi decenni si erano scoperti tanti tesori. Attraverso quest'opera, Jean-Paul Demoule ci porta alla scoperta di questa immensa e affascinante ricchezza. Ma al di là dell'oro degli Sciti o dei faraoni, dei veri e propri "tesori", non meno pregevoli, si nascondono proprio sotto ai nostri piedi, e risultano, a volte, all'apparenza di poco conto - come il rametto di cannabis trovato in una tomba cinese - o addirittura invisibili - come la sequenza del DNA ricavata dai resti ritrovati dell'Homo di Denisova.
Fervente sostenitore dell'archeologia preventiva, l'autore dimostra quanto sia importante non solo la salvaguardia, ma anche lo studio di questi reperti, perché concetti come "civilizzazione", "popolo", "cultura" o "migrazione" non possano essere fraintesi o distorti.
Dal monumentale Cratere di Vix al Disco di Nebra - la più antica mappa del cielo a noi pervenuta -, passando per i primi templi dell'umanità in Turchia o per i tunnel sotterranei traboccanti di offerte a Teotihuacan, mai come negli ultimi decenni si erano scoperti tanti tesori. Attraverso quest'opera, Jean-Paul Demoule ci porta alla scoperta di questa immensa e affascinante ricchezza. Ma al di là dell'oro degli Sciti o dei faraoni, dei veri e propri "tesori", non meno pregevoli, si nascondono proprio sotto ai nostri piedi, e risultano, a volte, all'apparenza di poco conto - come il rametto di cannabis trovato in una tomba cinese - o addirittura invisibili - come la sequenza del DNA ricavata dai resti ritrovati dell'Homo di Denisova.
Fervente sostenitore dell'archeologia preventiva, l'autore dimostra quanto sia importante non solo la salvaguardia, ma anche lo studio di questi reperti, perché concetti come "civilizzazione", "popolo", "cultura" o "migrazione" non possano essere fraintesi o distorti.