Furio Camillo. Roma sottomette il Lazio

Par : Franco Vallocchia, Aa.vv., Giorgio Rivieccio
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  • FormatePub
  • ISBN1255011682
  • EAN9791255011682
  • Date de parution29/04/2023
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille9 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurPelago

Résumé

La nascita della repubblica romana fu particolarmente travagliata e segnata da aspri conflitti fra il patriziato e la plebe. In gioco c'era la distribuzione del potere: al posto dei re, due consoli che erano comunque espressione dell'aristocrazia, e un popolo che non vedeva miglioramenti nella sua condizione di subordine. Il dissidio si sarebbe protratto per secoli, fino alla guerra civile e l'instaurazione della dittatura di Giulio Cesare, dopo di che fu la repubblica a restare sconfitta con l'avvento dell'età imperiale.
Ciò non impedì, tuttavia, che nel primo secolo di vita la repubblica desse inizio alla sua inarrestabile espansione, sottomettendo l'uno dopo l'altro i popoli vicini e fondando un numero sempre maggiore di colonie. E neppure la calata dei Galli di Brenno che misero Roma a ferro e fuoco riuscì a indebolirla. Roma rinacque subito, con il motto « Hic manebimus optime » (Qui staremo benissimo), pronunciato da un umile centurione sulle sue macerie.
Quelle di una città predestinata ad andare sempre avanti, qualunque cosa fosse accaduta.
La nascita della repubblica romana fu particolarmente travagliata e segnata da aspri conflitti fra il patriziato e la plebe. In gioco c'era la distribuzione del potere: al posto dei re, due consoli che erano comunque espressione dell'aristocrazia, e un popolo che non vedeva miglioramenti nella sua condizione di subordine. Il dissidio si sarebbe protratto per secoli, fino alla guerra civile e l'instaurazione della dittatura di Giulio Cesare, dopo di che fu la repubblica a restare sconfitta con l'avvento dell'età imperiale.
Ciò non impedì, tuttavia, che nel primo secolo di vita la repubblica desse inizio alla sua inarrestabile espansione, sottomettendo l'uno dopo l'altro i popoli vicini e fondando un numero sempre maggiore di colonie. E neppure la calata dei Galli di Brenno che misero Roma a ferro e fuoco riuscì a indebolirla. Roma rinacque subito, con il motto « Hic manebimus optime » (Qui staremo benissimo), pronunciato da un umile centurione sulle sue macerie.
Quelle di una città predestinata ad andare sempre avanti, qualunque cosa fosse accaduta.