Fenomenologia e Critica della Ragione

Par : Maria Teresa Catena, Felice Masi
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  • Nombre de pages100
  • FormatPDF
  • ISBN978-88-6906-002-1
  • EAN9788869060021
  • Date de parution01/01/2008
  • Protection num.Adobe DRM
  • Taille849 Ko
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurGiannini Editore

Résumé

Negli anni '50 una rivista femminile interpella Gilles Deleuze per scrivere un articolo sulle isole deserte e il filosofo, in poche pagine, abbozza un testo estremamente interessante che, forse, può essere di una qualche utilità per indicare uno dei possibili sensi di questo veloce volumetto. I geografi, scrive, distinguono tra due tipi di isole: le continentali, isole accidentali, derivate, nate da una separazione e da una frattura e le oceaniche, isole « originarie, essenziali: talvolta sono costituite da coralli, e si presentano come un vero organismo, talvolta sorgono da eruzioni sottomarine, e diffondono nell'aria libera i movimenti del fondo; alcune emergono lentamente, altre invece spariscono e poi riappaiono, senza lasciarci il tempo di annetterle ». Ora, continua Deleuze, sogno dell'uomo è di essere come l'isola, solo e perduto, separato e lontano dal continente; sogno dell'uomo, insomma, è ripartire, ricreare, ricominciare da zero.
Non è forse per questo, del resto, che egli si spinge, si slancia e a volte naufraga? Per riprendere cioè quel movimento di produzione e separazione, per raggiungere così quell'origine radicale e assoluta che l'isola deserta rappresenta?
Negli anni '50 una rivista femminile interpella Gilles Deleuze per scrivere un articolo sulle isole deserte e il filosofo, in poche pagine, abbozza un testo estremamente interessante che, forse, può essere di una qualche utilità per indicare uno dei possibili sensi di questo veloce volumetto. I geografi, scrive, distinguono tra due tipi di isole: le continentali, isole accidentali, derivate, nate da una separazione e da una frattura e le oceaniche, isole « originarie, essenziali: talvolta sono costituite da coralli, e si presentano come un vero organismo, talvolta sorgono da eruzioni sottomarine, e diffondono nell'aria libera i movimenti del fondo; alcune emergono lentamente, altre invece spariscono e poi riappaiono, senza lasciarci il tempo di annetterle ». Ora, continua Deleuze, sogno dell'uomo è di essere come l'isola, solo e perduto, separato e lontano dal continente; sogno dell'uomo, insomma, è ripartire, ricreare, ricominciare da zero.
Non è forse per questo, del resto, che egli si spinge, si slancia e a volte naufraga? Per riprendere cioè quel movimento di produzione e separazione, per raggiungere così quell'origine radicale e assoluta che l'isola deserta rappresenta?