Etica dell'estetica. Narcisismo dell'Io e apertura agli altri nel pensiero postmoderno
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- Nombre de pages240
- FormatPDF
- ISBN978-88-7462-982-4
- EAN9788874629824
- Date de parution18/04/2017
- Protection num.Adobe DRM
- Taille1 Mo
- Infos supplémentairespdf
- ÉditeurQuodlibet
Résumé
Il postmodernismo è davvero il paradigma che porta a compimento la fine dell'etica comunitaria in un indiscusso trionfo dell'individualismo, inteso come « estetica dell'Io »? Tanto da destra quanto da sinistra, ne sembrano convinti quasi tutti i più importanti critici della postmodernità filosofica e culturale dagli anni '60 ai giorni nostri. La tesi è questa: con il postmodernismo, esaurite le grandi narrazioni anche in campo morale, si affermano un edonismo della sensazione e una cultura del narcisismo che non lasciano spazio alla preoccupazione per la sorte altrui, in uno scenario caricato esteticamente come quello della società post-industriale, in cui le immagini e i segni pervadono l'intera realtà.
Se questa critica coglie nel segno in riferimento ad autori postmoderni come Lyotard, Maffesoli e Lipovetsky, è anche vero però che il paradigma postmoderno contiene al suo interno i presupposti teorici per l'elaborazione di un'« etica dell'estetica » positivamente intersoggettiva. Partendo da Nancy e Derrida, fino ad approdare al concetto di « cosmopolitismo estetico » che Lash e Urry collegano al fenomeno della globalizzazione, questo libro, muovendosi tra filosofia e teoria sociale, dimostra come l'elemento percettivo e sensoriale contenuto nel termine aisthesis possa diventare vettore, nel pensiero postmoderno, non soltanto dell'espansione sensoriale illimitata dell'io, ma anche e soprattutto della sua apertura costitutiva agli altri, permettendo così di costruire su basi esistenziali ed extra-normative un'etica del « noi » di respiro cosmopolita.
Se questa critica coglie nel segno in riferimento ad autori postmoderni come Lyotard, Maffesoli e Lipovetsky, è anche vero però che il paradigma postmoderno contiene al suo interno i presupposti teorici per l'elaborazione di un'« etica dell'estetica » positivamente intersoggettiva. Partendo da Nancy e Derrida, fino ad approdare al concetto di « cosmopolitismo estetico » che Lash e Urry collegano al fenomeno della globalizzazione, questo libro, muovendosi tra filosofia e teoria sociale, dimostra come l'elemento percettivo e sensoriale contenuto nel termine aisthesis possa diventare vettore, nel pensiero postmoderno, non soltanto dell'espansione sensoriale illimitata dell'io, ma anche e soprattutto della sua apertura costitutiva agli altri, permettendo così di costruire su basi esistenziali ed extra-normative un'etica del « noi » di respiro cosmopolita.
Il postmodernismo è davvero il paradigma che porta a compimento la fine dell'etica comunitaria in un indiscusso trionfo dell'individualismo, inteso come « estetica dell'Io »? Tanto da destra quanto da sinistra, ne sembrano convinti quasi tutti i più importanti critici della postmodernità filosofica e culturale dagli anni '60 ai giorni nostri. La tesi è questa: con il postmodernismo, esaurite le grandi narrazioni anche in campo morale, si affermano un edonismo della sensazione e una cultura del narcisismo che non lasciano spazio alla preoccupazione per la sorte altrui, in uno scenario caricato esteticamente come quello della società post-industriale, in cui le immagini e i segni pervadono l'intera realtà.
Se questa critica coglie nel segno in riferimento ad autori postmoderni come Lyotard, Maffesoli e Lipovetsky, è anche vero però che il paradigma postmoderno contiene al suo interno i presupposti teorici per l'elaborazione di un'« etica dell'estetica » positivamente intersoggettiva. Partendo da Nancy e Derrida, fino ad approdare al concetto di « cosmopolitismo estetico » che Lash e Urry collegano al fenomeno della globalizzazione, questo libro, muovendosi tra filosofia e teoria sociale, dimostra come l'elemento percettivo e sensoriale contenuto nel termine aisthesis possa diventare vettore, nel pensiero postmoderno, non soltanto dell'espansione sensoriale illimitata dell'io, ma anche e soprattutto della sua apertura costitutiva agli altri, permettendo così di costruire su basi esistenziali ed extra-normative un'etica del « noi » di respiro cosmopolita.
Se questa critica coglie nel segno in riferimento ad autori postmoderni come Lyotard, Maffesoli e Lipovetsky, è anche vero però che il paradigma postmoderno contiene al suo interno i presupposti teorici per l'elaborazione di un'« etica dell'estetica » positivamente intersoggettiva. Partendo da Nancy e Derrida, fino ad approdare al concetto di « cosmopolitismo estetico » che Lash e Urry collegano al fenomeno della globalizzazione, questo libro, muovendosi tra filosofia e teoria sociale, dimostra come l'elemento percettivo e sensoriale contenuto nel termine aisthesis possa diventare vettore, nel pensiero postmoderno, non soltanto dell'espansione sensoriale illimitata dell'io, ma anche e soprattutto della sua apertura costitutiva agli altri, permettendo così di costruire su basi esistenziali ed extra-normative un'etica del « noi » di respiro cosmopolita.





