Essere senza casa. Sulla condizione di vivere in tempi strani
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- FormatePub
- ISBN978-88-3389-198-9
- EAN9788833891989
- Date de parution18/06/2020
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille452 Ko
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurMinimum Fax
Résumé
Viviamo in tempi strani. Il nostro mondo è scosso da ondate di populismo e pandemie, proiettato in un futuro fantascientifico di automazione e apocalisse climatica: sembra, insomma, essere sfuggito al controllo. Nel primo decennio del XXI secolo, senza davvero accorgercene, siamo entrati compiutamente nell'epoca ipermoderna, un'era fatta di accelerazione vertiginosa e orizzonti postumani in cui i contorni familiari della realtà sono mutati troppo rapidamente perché potessimo stare al passo.
Dalla Brexit al riscaldamento globale, dalle migrazioni di massa al terrorismo, l'intima stranezza dell'ipermodernità ci parla di un progressivo indebolirsi del senso di casa come luogo protetto dalle minacce dell'esterno.
Oggi viviamo una crisi dell'abitare reale e metaforica, siamo esposti all'azione del capitalismo digitale e messi a continuo confronto con universi alieni in cui i significati umani smettono di esistere.
È su questa soglia tra umano e macchina, umano e animale, vita e non-vita, interno ed esterno, che prolifera la stranezza dei nostri tempi. Mescolando personal essay e critica culturale, attraversando la Londra post-Brexit e i territori dell'Antropocene e spaziando tra letteratura, arte e storytelling politico, Essere senza casa estende il discorso iniziato da Mark Fisher in The Weird and the Eerie per riflettere sul significato di vivere in tempi strani.
Il punto di partenza è la consapevolezza che l'unico modo per abbracciare la stranezza del presente, la weirdness dentro e fuori di noi, sia quello di comprenderne il significato storico, psicologico e culturale.
È su questa soglia tra umano e macchina, umano e animale, vita e non-vita, interno ed esterno, che prolifera la stranezza dei nostri tempi. Mescolando personal essay e critica culturale, attraversando la Londra post-Brexit e i territori dell'Antropocene e spaziando tra letteratura, arte e storytelling politico, Essere senza casa estende il discorso iniziato da Mark Fisher in The Weird and the Eerie per riflettere sul significato di vivere in tempi strani.
Il punto di partenza è la consapevolezza che l'unico modo per abbracciare la stranezza del presente, la weirdness dentro e fuori di noi, sia quello di comprenderne il significato storico, psicologico e culturale.
Viviamo in tempi strani. Il nostro mondo è scosso da ondate di populismo e pandemie, proiettato in un futuro fantascientifico di automazione e apocalisse climatica: sembra, insomma, essere sfuggito al controllo. Nel primo decennio del XXI secolo, senza davvero accorgercene, siamo entrati compiutamente nell'epoca ipermoderna, un'era fatta di accelerazione vertiginosa e orizzonti postumani in cui i contorni familiari della realtà sono mutati troppo rapidamente perché potessimo stare al passo.
Dalla Brexit al riscaldamento globale, dalle migrazioni di massa al terrorismo, l'intima stranezza dell'ipermodernità ci parla di un progressivo indebolirsi del senso di casa come luogo protetto dalle minacce dell'esterno.
Oggi viviamo una crisi dell'abitare reale e metaforica, siamo esposti all'azione del capitalismo digitale e messi a continuo confronto con universi alieni in cui i significati umani smettono di esistere.
È su questa soglia tra umano e macchina, umano e animale, vita e non-vita, interno ed esterno, che prolifera la stranezza dei nostri tempi. Mescolando personal essay e critica culturale, attraversando la Londra post-Brexit e i territori dell'Antropocene e spaziando tra letteratura, arte e storytelling politico, Essere senza casa estende il discorso iniziato da Mark Fisher in The Weird and the Eerie per riflettere sul significato di vivere in tempi strani.
Il punto di partenza è la consapevolezza che l'unico modo per abbracciare la stranezza del presente, la weirdness dentro e fuori di noi, sia quello di comprenderne il significato storico, psicologico e culturale.
È su questa soglia tra umano e macchina, umano e animale, vita e non-vita, interno ed esterno, che prolifera la stranezza dei nostri tempi. Mescolando personal essay e critica culturale, attraversando la Londra post-Brexit e i territori dell'Antropocene e spaziando tra letteratura, arte e storytelling politico, Essere senza casa estende il discorso iniziato da Mark Fisher in The Weird and the Eerie per riflettere sul significato di vivere in tempi strani.
Il punto di partenza è la consapevolezza che l'unico modo per abbracciare la stranezza del presente, la weirdness dentro e fuori di noi, sia quello di comprenderne il significato storico, psicologico e culturale.