Donne e madri vittime di violenza. Dalla retorica dell'aiuto alla responsabilità dell'intervento
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- Nombre de pages192
- FormatePub
- ISBN978-88-8434-971-2
- EAN9788884349712
- Date de parution06/07/2023
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille886 Ko
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurEdizioni Junior
Résumé
Mai come in questi ultimi decenni il legislatore, gli accademici e il discorso pubblico hanno dedicato tanta attenzione al tema della violenza che le donne possono subire nell'ambito delle loro relazioni affettive.
Riforme e innovazioni giuridiche senza precedenti hanno contribuito al riconoscimento del fatto che la donna che subisce violenza "privata" è vittima di reati di cui si deve fare carico l'intera comunità.
Si sono moltiplicati i corsi di formazione rivolti alle figure professionali che hanno maggiore probabilità di intercettare le vittime: personale ospedaliero, medici di base, pediatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, magistrati e forze dell'ordine. Lo scopo è stato quello di favorire l'emersione del fenomeno e di portare le vittime a denunciare gli abusi subiti. Ma qual è il destino della donna quando, finalmente, supera la soglia della sofferenza quotidiana e approda, seppure nell'incertezza, a quello che dovrebbe essere il luogo della sua salvezza? Chi l'accoglie, chi la sostiene e a quali condizioni? Come si riesce ad accompagnare la vittima, donna e spesso madre, verso una tutela, esistenziale prima ancora che giuridica, che non pregiudichi la sua volontà, a volte la sua dignità? I casi presentati in questo volume sotto lo sguardo congiunto della psicologa e della giurista, svelano luci e ombre dei dispositivi di tutela.
Rivolto a tutte le figure professionali e volontarie del sistema di aiuto, il testo si propone come un'occasione di riflessione sui significati divergenti e gli esiti paradossali che possono contraddistinguere gli interventi di aiuto
Si sono moltiplicati i corsi di formazione rivolti alle figure professionali che hanno maggiore probabilità di intercettare le vittime: personale ospedaliero, medici di base, pediatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, magistrati e forze dell'ordine. Lo scopo è stato quello di favorire l'emersione del fenomeno e di portare le vittime a denunciare gli abusi subiti. Ma qual è il destino della donna quando, finalmente, supera la soglia della sofferenza quotidiana e approda, seppure nell'incertezza, a quello che dovrebbe essere il luogo della sua salvezza? Chi l'accoglie, chi la sostiene e a quali condizioni? Come si riesce ad accompagnare la vittima, donna e spesso madre, verso una tutela, esistenziale prima ancora che giuridica, che non pregiudichi la sua volontà, a volte la sua dignità? I casi presentati in questo volume sotto lo sguardo congiunto della psicologa e della giurista, svelano luci e ombre dei dispositivi di tutela.
Rivolto a tutte le figure professionali e volontarie del sistema di aiuto, il testo si propone come un'occasione di riflessione sui significati divergenti e gli esiti paradossali che possono contraddistinguere gli interventi di aiuto
Mai come in questi ultimi decenni il legislatore, gli accademici e il discorso pubblico hanno dedicato tanta attenzione al tema della violenza che le donne possono subire nell'ambito delle loro relazioni affettive.
Riforme e innovazioni giuridiche senza precedenti hanno contribuito al riconoscimento del fatto che la donna che subisce violenza "privata" è vittima di reati di cui si deve fare carico l'intera comunità.
Si sono moltiplicati i corsi di formazione rivolti alle figure professionali che hanno maggiore probabilità di intercettare le vittime: personale ospedaliero, medici di base, pediatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, magistrati e forze dell'ordine. Lo scopo è stato quello di favorire l'emersione del fenomeno e di portare le vittime a denunciare gli abusi subiti. Ma qual è il destino della donna quando, finalmente, supera la soglia della sofferenza quotidiana e approda, seppure nell'incertezza, a quello che dovrebbe essere il luogo della sua salvezza? Chi l'accoglie, chi la sostiene e a quali condizioni? Come si riesce ad accompagnare la vittima, donna e spesso madre, verso una tutela, esistenziale prima ancora che giuridica, che non pregiudichi la sua volontà, a volte la sua dignità? I casi presentati in questo volume sotto lo sguardo congiunto della psicologa e della giurista, svelano luci e ombre dei dispositivi di tutela.
Rivolto a tutte le figure professionali e volontarie del sistema di aiuto, il testo si propone come un'occasione di riflessione sui significati divergenti e gli esiti paradossali che possono contraddistinguere gli interventi di aiuto
Si sono moltiplicati i corsi di formazione rivolti alle figure professionali che hanno maggiore probabilità di intercettare le vittime: personale ospedaliero, medici di base, pediatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, avvocati, magistrati e forze dell'ordine. Lo scopo è stato quello di favorire l'emersione del fenomeno e di portare le vittime a denunciare gli abusi subiti. Ma qual è il destino della donna quando, finalmente, supera la soglia della sofferenza quotidiana e approda, seppure nell'incertezza, a quello che dovrebbe essere il luogo della sua salvezza? Chi l'accoglie, chi la sostiene e a quali condizioni? Come si riesce ad accompagnare la vittima, donna e spesso madre, verso una tutela, esistenziale prima ancora che giuridica, che non pregiudichi la sua volontà, a volte la sua dignità? I casi presentati in questo volume sotto lo sguardo congiunto della psicologa e della giurista, svelano luci e ombre dei dispositivi di tutela.
Rivolto a tutte le figure professionali e volontarie del sistema di aiuto, il testo si propone come un'occasione di riflessione sui significati divergenti e gli esiti paradossali che possono contraddistinguere gli interventi di aiuto



