Dialoghi immaginari su anarchia e libertà

Par : Filippo Trasatti
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  • Nombre de pages256
  • FormatePub
  • ISBN978-88-3302-258-1
  • EAN9788833022581
  • Date de parution17/05/2024
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille5 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurEleuthera

Résumé

Se c'è un filo nero che dà coerenza alla feconda pluralità di queste testimonianze, sparse nel tempo e nello spazio, è senz'altro la convinzione che l'anarchia non sia tanto un'idea astratta quanto una pratica concreta che si incarna nel corpo di chi la vive. Pensiero e azione sono dunque un tutt'uno, come appunto affermano questi nove costruttori di utopia, ognuno a suo modo e nondimeno tutti partecipi di un racconto corale.
Un racconto che disegna una sua particolare geografia: l'Ischia internazionalista di Mikhail Bakunin e la Londra degli esuli di Pëtr Kropotkin; la Francia ribelle di Sébastien Faure e Louise Michel, e la Mitteleuropa di due raffinati intellettuali come il tedesco Gustav Landauer e l'austriaco Otto Gross, temperati dalla sfrenata irriverenza del Café DAda di Zurigo; e infine la New York degli immigrati, spesso ebrei, la città di Red Emma, ma anche di Paul Goodman e Judith Malina.
Una polifonia, ora assonante ora dissonante, le cui voci giungono distintamente fino a noi per raccontarci - in presa diretta - i tanti modi di incarnare e vivere l'anarchia.
Se c'è un filo nero che dà coerenza alla feconda pluralità di queste testimonianze, sparse nel tempo e nello spazio, è senz'altro la convinzione che l'anarchia non sia tanto un'idea astratta quanto una pratica concreta che si incarna nel corpo di chi la vive. Pensiero e azione sono dunque un tutt'uno, come appunto affermano questi nove costruttori di utopia, ognuno a suo modo e nondimeno tutti partecipi di un racconto corale.
Un racconto che disegna una sua particolare geografia: l'Ischia internazionalista di Mikhail Bakunin e la Londra degli esuli di Pëtr Kropotkin; la Francia ribelle di Sébastien Faure e Louise Michel, e la Mitteleuropa di due raffinati intellettuali come il tedesco Gustav Landauer e l'austriaco Otto Gross, temperati dalla sfrenata irriverenza del Café DAda di Zurigo; e infine la New York degli immigrati, spesso ebrei, la città di Red Emma, ma anche di Paul Goodman e Judith Malina.
Una polifonia, ora assonante ora dissonante, le cui voci giungono distintamente fino a noi per raccontarci - in presa diretta - i tanti modi di incarnare e vivere l'anarchia.
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