Contro la perfezione. L'etica nell'età dell'ingegneria genetica

Par : Michael Sandel
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  • Nombre de pages128
  • FormatPDF
  • ISBN978-88-343-5186-4
  • EAN9788834351864
  • Date de parution04/05/2022
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille2 Mo
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurVita e Pensiero

Résumé

Gli straordinari progressi dell'ingegneria genetica ci consegnano insieme una promessa e un problema. La promessa è che si potrà curare e prevenire un gran numero di gravi malattie. Il problema è che queste nuove capacità scientifiche potranno metterci in condizione di manipolare il nostro organismo, per renderlo più efficiente nelle performance sportive o rispondente a particolari canoni estetici, e soprattutto di progettare i tratti genetici dei nostri figli.
La possibilità di intervenire così profondamente sulla natura umana suscita perplessità. Molti invocano ragioni legate alla 'sicurezza' di tali manipolazioni o alla loro 'equità', visto che questi interventi sembrano ancora per lo più destinati ai mezzi economici di pochi. In realtà, sentiamo che c'è in gioco qualcosa di più. L'inquietudine profonda che proviamo di fronte alle prospettive dell'ingegneria genetica è il punto da cui parte Michael J.
Sandel in questo libro in cui somma una logica rigorosa nello sviscerare i punti di forza e le debolezze delle diverse prese di posizione a una felice capacità di cogliere lo spirito del nostro tempo attraverso il racconto esemplare di casi e aneddoti. Il fatto è che la ricerca del miglioramento continuo, la tensione sempre maggiore verso un progetto di perfezione hanno a che fare, alla fine, con un impulso di padronanza e dominio individualistico.
Essere i 'designers' del nostro corpo o i progettisti dei nostri figli, scegliendone le caratteristiche più gradite al 'supermercato della genetica', anche quando le intenzioni iniziali sembrano legittime e altruistiche mostra un eccesso di pretesa che ci fa perdere di vista l'essenza più profonda della natura umana: la sua gratuità. Di più: la sua incoercibile alterità di dono prezioso e per questo unico e irripetibile, da accogliere invece che manipolare, da contemplare invece che dominare.
Viviamo in un mondo, afferma Sandel, in cui la scienza cammina sempre più velocemente, e lo sguardo etico non deve rimanere indietro, perché è l'unico che può dare il giusto rilievo e la vera chiave di lettura al dilemma della nostra epoca: come accettare le promesse della scienza biomedica di prevalere sulla malattia senza compromettere la nostra umanità.
Gli straordinari progressi dell'ingegneria genetica ci consegnano insieme una promessa e un problema. La promessa è che si potrà curare e prevenire un gran numero di gravi malattie. Il problema è che queste nuove capacità scientifiche potranno metterci in condizione di manipolare il nostro organismo, per renderlo più efficiente nelle performance sportive o rispondente a particolari canoni estetici, e soprattutto di progettare i tratti genetici dei nostri figli.
La possibilità di intervenire così profondamente sulla natura umana suscita perplessità. Molti invocano ragioni legate alla 'sicurezza' di tali manipolazioni o alla loro 'equità', visto che questi interventi sembrano ancora per lo più destinati ai mezzi economici di pochi. In realtà, sentiamo che c'è in gioco qualcosa di più. L'inquietudine profonda che proviamo di fronte alle prospettive dell'ingegneria genetica è il punto da cui parte Michael J.
Sandel in questo libro in cui somma una logica rigorosa nello sviscerare i punti di forza e le debolezze delle diverse prese di posizione a una felice capacità di cogliere lo spirito del nostro tempo attraverso il racconto esemplare di casi e aneddoti. Il fatto è che la ricerca del miglioramento continuo, la tensione sempre maggiore verso un progetto di perfezione hanno a che fare, alla fine, con un impulso di padronanza e dominio individualistico.
Essere i 'designers' del nostro corpo o i progettisti dei nostri figli, scegliendone le caratteristiche più gradite al 'supermercato della genetica', anche quando le intenzioni iniziali sembrano legittime e altruistiche mostra un eccesso di pretesa che ci fa perdere di vista l'essenza più profonda della natura umana: la sua gratuità. Di più: la sua incoercibile alterità di dono prezioso e per questo unico e irripetibile, da accogliere invece che manipolare, da contemplare invece che dominare.
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