Nouveauté

Collana delle buone notti

Par : Savino Musicco
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  • FormatePub
  • ISBN8232379506
  • EAN9798232379506
  • Date de parution21/10/2025
  • Protection num.pas de protection
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurHamza elmir

Résumé

Una piccola collana domestica che l'autore Savino Musicco ha battezzato La collana delle buone notti. Ogni sera seguiva un rito semplice e preciso, simile a una ricetta che riesce sempre. Prima, la campanella del sonno: un tintinnio leggero per dire al mondo « adesso si va piano ». Poi, la ruota dei personaggi: un disco immaginario che si fermava su animale, mestiere, oggetto impossibile, luogo, emozione, sorpresa.
A turno, le bambine sceglievano: « Un coccodrillo gentile! », « Una tartaruga che ride piano! », « Un cane capitano! ». Tutto veniva annotato su un taccuino a quadretti con il dorso rosso, il diario di bordo dei sogni. Non mancava il sacchetto delle meraviglie, colmo di oggetti apparentemente comuni ma traboccanti promesse: una conchiglia che sapeva di mare lontano, una biglia capace di riflettere piccole aurore, un bullone che teneva insieme i ponti delle idee.
Ogni oggetto pescato diventava una prova per i personaggi o una chiave per aprire una porta. Nelle sere più stanche si ricorreva al dado delle direzioni (sei facce: comincia dal mezzo, comincia dalla fine, racconta all'indietro, aggiungi un amico, cambia il tempo, fai parlare il silenzio), e la storia prendeva una piega nuova. La regola d'oro era limpida: mai paura senza una mano da stringere, mai avventura senza una strada di ritorno.
Per questo, nelle fiabe, compariva sempre un filo d'oro - un gesto gentile, una parola buona - da afferrare quando la notte faceva rumori grandi. Martina era la custode del filo (« Se qualcuno piange, qualcuno ascolta »); Matilde l'addetta alle svolte (« E adesso gira a sinistra! »). Insieme si concordava un finale a scelta: a nastro (si può continuare domani), a nodo (si chiude con una piccola lezione), a ventaglio (tre finali possibili, uno per ciascun sogno).
Nelle sere più vivaci l'autore proponeva giochi di regia: « Chi parla per primo? Che suono fa il silenzio del lago? Che cosa pensa il cane quando non abbaia? ». Le risposte entravano nella trama come sassolini in uno stagno. Altre volte si partiva da tre carte tratte da un mazzo fatto in casa - Luogo, Tempo, Oggetto - e da lì prendevano forma una foresta che odora di pane, un'alba di domenica con i calzini spaiati, un cucchiaino che misura i chilometri.
La collana è cresciuta come crescono i figli: con qualche graffio, molte risate e la mano che cerca l'altra nel buio. I titoli si sono messi in fila da soli. Al lettore viene rivolto un invito: diventare co-autore. Prima di cominciare, bastano due ingredienti da chiedere a chi ascolta - un personaggio e un oggetto insolito (un ombrello senza pioggia, un sasso che sa le tabelline) - e una piccola regola da scegliere: tre perché e un percome (porre tre domande e trovare un modo per avanzare), la parola mantello (selezionare una parola che scalda e ripeterla quando serve), il respiro del lago (ogni tanto fermarsi e ascoltare).
Se, lungo il percorso, ci si perde, non è un errore: è un invito. Si può sospendere la storia con la parola "piuma", fare un sorriso, chiedere « Dove eravamo rimasti? » e ripartire. Le fiabe non sono binari: sono sentieri che si disegnano camminando. Questa collana è un ringraziamento lungo così a Martina e Matilde: per i « non ancora » che tengono aperte le pagine, per i « di nuovo! » che allenano la fantasia, per i « perché? » che fanno crescere la storia e chi la racconta.
Ed è anche un grazie a chi, ogni sera, prova a dire al mondo - e a chi ama -: « Adesso si va piano ».
Una piccola collana domestica che l'autore Savino Musicco ha battezzato La collana delle buone notti. Ogni sera seguiva un rito semplice e preciso, simile a una ricetta che riesce sempre. Prima, la campanella del sonno: un tintinnio leggero per dire al mondo « adesso si va piano ». Poi, la ruota dei personaggi: un disco immaginario che si fermava su animale, mestiere, oggetto impossibile, luogo, emozione, sorpresa.
A turno, le bambine sceglievano: « Un coccodrillo gentile! », « Una tartaruga che ride piano! », « Un cane capitano! ». Tutto veniva annotato su un taccuino a quadretti con il dorso rosso, il diario di bordo dei sogni. Non mancava il sacchetto delle meraviglie, colmo di oggetti apparentemente comuni ma traboccanti promesse: una conchiglia che sapeva di mare lontano, una biglia capace di riflettere piccole aurore, un bullone che teneva insieme i ponti delle idee.
Ogni oggetto pescato diventava una prova per i personaggi o una chiave per aprire una porta. Nelle sere più stanche si ricorreva al dado delle direzioni (sei facce: comincia dal mezzo, comincia dalla fine, racconta all'indietro, aggiungi un amico, cambia il tempo, fai parlare il silenzio), e la storia prendeva una piega nuova. La regola d'oro era limpida: mai paura senza una mano da stringere, mai avventura senza una strada di ritorno.
Per questo, nelle fiabe, compariva sempre un filo d'oro - un gesto gentile, una parola buona - da afferrare quando la notte faceva rumori grandi. Martina era la custode del filo (« Se qualcuno piange, qualcuno ascolta »); Matilde l'addetta alle svolte (« E adesso gira a sinistra! »). Insieme si concordava un finale a scelta: a nastro (si può continuare domani), a nodo (si chiude con una piccola lezione), a ventaglio (tre finali possibili, uno per ciascun sogno).
Nelle sere più vivaci l'autore proponeva giochi di regia: « Chi parla per primo? Che suono fa il silenzio del lago? Che cosa pensa il cane quando non abbaia? ». Le risposte entravano nella trama come sassolini in uno stagno. Altre volte si partiva da tre carte tratte da un mazzo fatto in casa - Luogo, Tempo, Oggetto - e da lì prendevano forma una foresta che odora di pane, un'alba di domenica con i calzini spaiati, un cucchiaino che misura i chilometri.
La collana è cresciuta come crescono i figli: con qualche graffio, molte risate e la mano che cerca l'altra nel buio. I titoli si sono messi in fila da soli. Al lettore viene rivolto un invito: diventare co-autore. Prima di cominciare, bastano due ingredienti da chiedere a chi ascolta - un personaggio e un oggetto insolito (un ombrello senza pioggia, un sasso che sa le tabelline) - e una piccola regola da scegliere: tre perché e un percome (porre tre domande e trovare un modo per avanzare), la parola mantello (selezionare una parola che scalda e ripeterla quando serve), il respiro del lago (ogni tanto fermarsi e ascoltare).
Se, lungo il percorso, ci si perde, non è un errore: è un invito. Si può sospendere la storia con la parola "piuma", fare un sorriso, chiedere « Dove eravamo rimasti? » e ripartire. Le fiabe non sono binari: sono sentieri che si disegnano camminando. Questa collana è un ringraziamento lungo così a Martina e Matilde: per i « non ancora » che tengono aperte le pagine, per i « di nuovo! » che allenano la fantasia, per i « perché? » che fanno crescere la storia e chi la racconta.
Ed è anche un grazie a chi, ogni sera, prova a dire al mondo - e a chi ama -: « Adesso si va piano ».