Autobiografia intellettuale

Par : Giuseppe Rensi
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  • FormatPDF
  • ISBN978-88-7462-911-4
  • EAN9788874629114
  • Date de parution28/03/2013
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille599 Ko
  • Infos supplémentairespdf
  • ÉditeurQuodlibet

Résumé

Uscito nel 1939, poco prima della morte dell'autore, "Autobiografia intellettuale. La mia filosofia. Testamento filosofico" è insieme un sunto e una storia del pensiero di Giuseppe Rensi (1871-1941), filosofo e intellettuale militante tra i più acuti del secolo scorso, e dalla vicenda biografica alquanto tormentata. Laureato in giurisprudenza, giornalista, socialista della prima ora poi distaccatosi dal partito, professore di filosofia, raffinato conoscitore di testi classici e moderni Rensi entra presto in polemica col regime fascista, esibendo contemporaneamente divergenze profonde rispetto alle correnti di pensiero maggioritarie al tempo (Croce come Gentile) e illustrando nei suoi scritti uno scetticismo di marca pessimistica dove s'incontrano a dialogare i grandi tragici greci, Sesto Empirico, l'autore della Imitatio Christi, Montaigne, Hume, Leopardi.
A partire dalla metà degli anni Trenta, colpito dall'ostracismo del regime, adotta una forma di resistenza e di impegno « nel mondo » fatti passare anzitutto attraverso l'analisi del proprio pensiero, la rivendicazione di sviluppi e continuità. A quest'ultima fase risale il libro che qui si ripubblica, fatto di tre scritti in cui l'autore traccia la storia del suo percorso intellettuale (Autobiografia), riconosce antecedenti ed evoluzioni del metodo scettico (La mia filosofia), per consegnare in ultimo ai lettori un Testamento filosofico tanto dissonante quanto preciso: « Atomi e vuoto e il divino in me », come si legge nella sintesi che chiude il volume (Democrito fatto reagire con l'apostolo Giovanni).
Ancor prima delle conclusioni, e per tutto il volume, Giuseppe Rensi ha però, e soprattutto, indicato e difeso la cifra specifica e la sostanziale unitarietà del suo pensiero su uomini e cose del mondo, insieme ai molti caratteri che rendono questo pensiero ancora oggi inaudito, allarmante: una feroce contestazione di concetti intransitivi e strumentalizzati (ragione, vero, bello, buono, giusto, morale), uno sguardo di lucido sospetto sopra le tante, rassicuranti opposizioni che in ogni epoca definiscono la dialettica sociale (maggioranza contro minoranza, normalità contro pazzia, individuo contro collettività).
Uscito nel 1939, poco prima della morte dell'autore, "Autobiografia intellettuale. La mia filosofia. Testamento filosofico" è insieme un sunto e una storia del pensiero di Giuseppe Rensi (1871-1941), filosofo e intellettuale militante tra i più acuti del secolo scorso, e dalla vicenda biografica alquanto tormentata. Laureato in giurisprudenza, giornalista, socialista della prima ora poi distaccatosi dal partito, professore di filosofia, raffinato conoscitore di testi classici e moderni Rensi entra presto in polemica col regime fascista, esibendo contemporaneamente divergenze profonde rispetto alle correnti di pensiero maggioritarie al tempo (Croce come Gentile) e illustrando nei suoi scritti uno scetticismo di marca pessimistica dove s'incontrano a dialogare i grandi tragici greci, Sesto Empirico, l'autore della Imitatio Christi, Montaigne, Hume, Leopardi.
A partire dalla metà degli anni Trenta, colpito dall'ostracismo del regime, adotta una forma di resistenza e di impegno « nel mondo » fatti passare anzitutto attraverso l'analisi del proprio pensiero, la rivendicazione di sviluppi e continuità. A quest'ultima fase risale il libro che qui si ripubblica, fatto di tre scritti in cui l'autore traccia la storia del suo percorso intellettuale (Autobiografia), riconosce antecedenti ed evoluzioni del metodo scettico (La mia filosofia), per consegnare in ultimo ai lettori un Testamento filosofico tanto dissonante quanto preciso: « Atomi e vuoto e il divino in me », come si legge nella sintesi che chiude il volume (Democrito fatto reagire con l'apostolo Giovanni).
Ancor prima delle conclusioni, e per tutto il volume, Giuseppe Rensi ha però, e soprattutto, indicato e difeso la cifra specifica e la sostanziale unitarietà del suo pensiero su uomini e cose del mondo, insieme ai molti caratteri che rendono questo pensiero ancora oggi inaudito, allarmante: una feroce contestazione di concetti intransitivi e strumentalizzati (ragione, vero, bello, buono, giusto, morale), uno sguardo di lucido sospetto sopra le tante, rassicuranti opposizioni che in ogni epoca definiscono la dialettica sociale (maggioranza contro minoranza, normalità contro pazzia, individuo contro collettività).
Autobiografia intellettuale
Giuseppe Rensi
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