Artemide. La natura selvaggia
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- FormatePub
- ISBN1255010487
- EAN9791255010487
- Date de parution29/04/2022
- Protection num.Digital Watermarking
- Taille7 Mo
- Infos supplémentairesepub
- ÉditeurPelago
Résumé
Figlia di Zeus e di Letò, sorella gemella di Apollo, Artemide nasce sulla piccola isola di Delo, nel cuore delle Cicladi. Un luogo che si sarebbe per sempre legato alla nascita delle due grandi divinità. È la dea vergine della caccia e del tiro con l'arco, della natura, della fecondità, protettrice degli animali. Platone faceva derivare il suo nome da artemés, "integro", mentre i moderni lo hanno accostato anche ad ártamos ("uccisore") o ad árktos ("orso"): Artemide infatti era detta « signora degli animali » (pótnia therôn), di quelli selvaggi in particolare.
La dea, potremmo dire, simboleggia l'irriducibilità dell'"esterno" nella condizione umana. L'uomo non può né fare a meno né essere completamente padrone delle forze che sono al di fuori della civiltà. Nell'immaginario dei Greci, Artemide è di casa negli spazi selvaggi perché, in altri termini, l'elemento selvaggio è un "dio" e come tale possiede un potere e delle prerogative con cui i mortali devono necessariamente fare i conti.
La dea, potremmo dire, simboleggia l'irriducibilità dell'"esterno" nella condizione umana. L'uomo non può né fare a meno né essere completamente padrone delle forze che sono al di fuori della civiltà. Nell'immaginario dei Greci, Artemide è di casa negli spazi selvaggi perché, in altri termini, l'elemento selvaggio è un "dio" e come tale possiede un potere e delle prerogative con cui i mortali devono necessariamente fare i conti.
Figlia di Zeus e di Letò, sorella gemella di Apollo, Artemide nasce sulla piccola isola di Delo, nel cuore delle Cicladi. Un luogo che si sarebbe per sempre legato alla nascita delle due grandi divinità. È la dea vergine della caccia e del tiro con l'arco, della natura, della fecondità, protettrice degli animali. Platone faceva derivare il suo nome da artemés, "integro", mentre i moderni lo hanno accostato anche ad ártamos ("uccisore") o ad árktos ("orso"): Artemide infatti era detta « signora degli animali » (pótnia therôn), di quelli selvaggi in particolare.
La dea, potremmo dire, simboleggia l'irriducibilità dell'"esterno" nella condizione umana. L'uomo non può né fare a meno né essere completamente padrone delle forze che sono al di fuori della civiltà. Nell'immaginario dei Greci, Artemide è di casa negli spazi selvaggi perché, in altri termini, l'elemento selvaggio è un "dio" e come tale possiede un potere e delle prerogative con cui i mortali devono necessariamente fare i conti.
La dea, potremmo dire, simboleggia l'irriducibilità dell'"esterno" nella condizione umana. L'uomo non può né fare a meno né essere completamente padrone delle forze che sono al di fuori della civiltà. Nell'immaginario dei Greci, Artemide è di casa negli spazi selvaggi perché, in altri termini, l'elemento selvaggio è un "dio" e come tale possiede un potere e delle prerogative con cui i mortali devono necessariamente fare i conti.

