Tra i più grandi poeti del Novecento, René Char ha fatto parte per
pochi anni del Surrealismo intraprendendo poi un percorso totalmente personale, anche se è stato in relazione intellettuale e di amicizia con grandi personaggi del Novecento francese e non solo, tra cui
Camus, Bataille, Blanchot, Celan. Durante la Seconda guerra mondiale è stato coinvolto personalmente nella lotta di Resistenza combattendo con il mitico nome di Capitaine Alexandre.
Attraverso una fine lettura poetica e filosofica della sua opera (in particolare i Fogli d'Ipnos), Éric Marty affronta la delicata questione dell'engagement
del poeta negli anni bui dell'occupazione nazista, che si realizza con
modalità ben diverse dall'impegno di stampo surrealista o sartriano.
Ne emerge una posizione originalissima elaborata da Char in questo
periodo di combattimento armato in cui sceglie di non pubblicare
nulla anche se non smette di scrivere e di riflettere sulla poesia.
Si
tratta per lui di affrontare una situazione a tal punto determinata dal
« terrore » che risulta « inconcepibile » e « innominabile »: il mondo è
uscito dai binari ordinari della storia per cui non lo si può affrontare
con i termini del discorso comune. Per gli stessi motivi i meccanismi
noti di opposizione o contrasto si rivelano, in questo caso, del tutto
inefficaci. L'unica possibilità è data da un « rovesciamento » della situazione operato grazie ad una poesia che articola i due movimenti di quello che Marty chiama engagement estatico: l'angoscia e l'estasi.
Tra i più grandi poeti del Novecento, René Char ha fatto parte per
pochi anni del Surrealismo intraprendendo poi un percorso totalmente personale, anche se è stato in relazione intellettuale e di amicizia con grandi personaggi del Novecento francese e non solo, tra cui
Camus, Bataille, Blanchot, Celan. Durante la Seconda guerra mondiale è stato coinvolto personalmente nella lotta di Resistenza combattendo con il mitico nome di Capitaine Alexandre.
Attraverso una fine lettura poetica e filosofica della sua opera (in particolare i Fogli d'Ipnos), Éric Marty affronta la delicata questione dell'engagement
del poeta negli anni bui dell'occupazione nazista, che si realizza con
modalità ben diverse dall'impegno di stampo surrealista o sartriano.
Ne emerge una posizione originalissima elaborata da Char in questo
periodo di combattimento armato in cui sceglie di non pubblicare
nulla anche se non smette di scrivere e di riflettere sulla poesia.
Si
tratta per lui di affrontare una situazione a tal punto determinata dal
« terrore » che risulta « inconcepibile » e « innominabile »: il mondo è
uscito dai binari ordinari della storia per cui non lo si può affrontare
con i termini del discorso comune. Per gli stessi motivi i meccanismi
noti di opposizione o contrasto si rivelano, in questo caso, del tutto
inefficaci. L'unica possibilità è data da un « rovesciamento » della situazione operato grazie ad una poesia che articola i due movimenti di quello che Marty chiama engagement estatico: l'angoscia e l'estasi.