Il senso della fine. Studi sulla teoria del romanzo

Par : Frank Kermode, Giorgio Montefoschi, Roberta Zuppet, Daniele Giglioli
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  • FormatePub
  • ISBN978-88-6576-800-6
  • EAN9788865768006
  • Date de parution02/07/2020
  • Protection num.Digital Watermarking
  • Taille3 Mo
  • Infos supplémentairesepub
  • ÉditeurIl Saggiatore

Résumé

« Esiste ancora un bisogno di parlare in termini umani dell'importanza della vita: un bisogno, che ci accompagna durante l'esistenza, di appartenersi, di potersi riferire a un inizio e a una fine. » Qual è il rapporto tra romanzo e Apocalisse? In apparenza nessuno. Ma non è quello che pensa Frank Kermode, uno dei più importanti critici letterari del Novecento. La sua tesi, in questo libro ritenuto un classico, è che solo il romanzo abbia ereditato dall'immaginario apocalittico - in un'epoca secolarizzata come la modernità - quel « senso della fine » in cui trova forma la nostra umana pretesa che la vita abbia una struttura, un compimento, e non sia un lento sgocciolare verso il non essere attraverso le riarse sterpaglie del non senso.
Apocalisse e romanzo postulano invece un disegno, una trama, una figura di destino, un « non ancora » saturo di possibilità che riscatti e dia senso anche a ciò che è già stato. Il senso della fine è oggi attualissimo, ora che l'immagine dell'Apocalisse, nella forma della catastrofe ecologica da noi stessi provocata, è tornata a bussare alle nostre porte, agitata da profeti veri o falsi che siano.
« Esiste ancora un bisogno di parlare in termini umani dell'importanza della vita: un bisogno, che ci accompagna durante l'esistenza, di appartenersi, di potersi riferire a un inizio e a una fine. » Qual è il rapporto tra romanzo e Apocalisse? In apparenza nessuno. Ma non è quello che pensa Frank Kermode, uno dei più importanti critici letterari del Novecento. La sua tesi, in questo libro ritenuto un classico, è che solo il romanzo abbia ereditato dall'immaginario apocalittico - in un'epoca secolarizzata come la modernità - quel « senso della fine » in cui trova forma la nostra umana pretesa che la vita abbia una struttura, un compimento, e non sia un lento sgocciolare verso il non essere attraverso le riarse sterpaglie del non senso.
Apocalisse e romanzo postulano invece un disegno, una trama, una figura di destino, un « non ancora » saturo di possibilità che riscatti e dia senso anche a ciò che è già stato. Il senso della fine è oggi attualissimo, ora che l'immagine dell'Apocalisse, nella forma della catastrofe ecologica da noi stessi provocata, è tornata a bussare alle nostre porte, agitata da profeti veri o falsi che siano.